2) INDICATORI DI TREND

 

Una premessa importante.

Gli indicatori sono i principali strumenti tecnici del trader, ma non bisogna fare affidamento esclusivamente ad essi per prendere decisioni di trading.

Come dice il nome, essi "indicano" che dei cambiamenti sono in atto ed offrono segnali di entrata ed uscita dal mercato.

Poichè spesso, si possono verificare falsi segnali, devono essere confermati e coadiuvati sempre dal movimento del prezzo, il vero e principale indicatore.

E' sempre il prezzo corrente che comanda il gioco.

Gli indicatori sono utili anche come filtro dai rumori di fondo della price action e per indicare se è presente un trend.

 

2.1 - CANALI DI DONCHIAN

 

Nel grafico in basso, è rappresentato un titolo azionario con l'indicatore "canale di donchian".

Il canale in questo caso è definito dai massimi e minimi di N periodi (fino al giorno precedente a quello corrente), ovvero supporti (linea rossa) e resistenze (linea blu) statiche di periodo.

Più specificatamente, l'originale canale di Richard Donchian è definito dal massimo e minimo degli ultimi 20 giorni (o 21 giorni) e quindi un mese, ma può essere settato come si vuole. Per esempio, il canale di donchian trimestrale sarà a 60 o 63 giorni.

Una volta che il prezzo penetra una resistenza, è un segnale di acquisto, se penetra un supporto, un segnale di vendita.

 

Un altro sistema è quello di utilizzare due canali di donchian.

Un canale di donchian di lungo periodo ed uno di breve periodo, per cercare di evitare le fasi di trading range e sfruttare i trends.

Nell'esempio sotto, il canale di lungo periodo è di 250 giorni, mentre quello a breve periodo è di 50 giorni.

Un segnale di acquisto si genera quando la resistenza del canale di breve periodo coincide a quella di lungo periodo ed il prezzo le rompe entrambe, come in entry 1 ed entry 2.

Il supporto del canale a breve periodo fa da stop loss e trailing profit.

Quando il prezzo rompe tale supporto, le posizioni long devono essere chiuse. (stop loss 1 e 2).

Il contrario avviene per segnali short. Quando il supporto a breve periodo coincide con il supporto a lungo periodo, si genera un segnale di vendita (entry 3 e entry 4). Gli stop loss sono identificati dalle resistenze del canale a breve periodo (stop loss 3 e 4).

 

2.2 - MEDIE MOBILI

 

Gli indicatori più importanti di trend sono le medie mobili che misurano il prezzo medio di un determinato periodo di riferimento.

Come già detto, possono essere considerate come trendline curve, che si adattano ai cambiamenti di prezzo.

L'idea di base è che quando la price action corrente è superiore ad una media mobile di N periodi, si può assumere che il titolo sia in uptrend, quando è inferiore si può assumere che il titolo sia in downtrend.

Le medie mobili possono essere di diversi tipi, le più utilizzate sono: la semplice (SMA), l'esponenziale (EMA) e la ponderata (WMA).

La prima è calcolata con una semplice media artitmetica dei prezzi, mentre le altre due vengono calcolate soppesando diversamente i vari valori e dando più importanza ai prezzi degli ultimi periodi.

Oltre a queste esistono altre medie mobili, come quella adattiva di Kauffman, oppure la doppia e tripla media esponenziale, DEMA e TEMA, che sono molto più sensibili ai cambiamenti di prezzo.

Il settaggio delle medie mobili, dipende, come detto precedentemente dal timeframe di riferimento.

In un grafico a candele giornaliere, medie mobili da 5 a 20 periodi (giorni) saranno medie di breve periodo. Quelle da 20 a 100 giorni sono considerate medie a medio periodo, e quelle da 100 in poi sono considerate medie a lungo periodo.

Quella a 200 periodi giornaliera è molto utilizzata dagli istituzionali come indicatore principale di trend di lungo periodo, mentre quella a 10 giorni è la media maggiormente utilizzata dai daytraders.

 

 

Nel grafico sopra, ho utilizzato una EMA a 21 periodi su grafico giornaliero.

Ciò definisce il trend mensile. Quando la price action è al di sopra della EMA 21, possiamo vedere che siamo in presenza di un uptred (sfondo verde). Quando è al di sotto possiamo vedere che siamo in presenza di un downtrend (sfondo rosso).

 

Possono essere utilizzate anche 2 medie mobili, una di breve ed una di medio o lungo periodo.

Quando quella a breve periodo si trova al di sopra di quella a lungo periodo, siamo in presenza di un uptrend e viceversa di un down trend, inoltre sono molto importanti per determinare inversioni di tendenza al momento degli incroci delle stesse.

Se quella  breve incrocia a rialzo o ribasso quella a lungo periodo, un'inversione di tendenza si sta formando.

 

 

Esempio di incrocio di due medie mobili.

In questo caso ho utilizzato, una media mobile di breve periodo (EMA 10 blu) ed una di medio periodo (EMA 50 rossa).

I segnali di acquisto vengono generati quando la EMA10 incrocia a rialzo la EMA50.

I segnali di vendita, quando la EMA 10 incrocia a ribasso la EMA50.


Importantissimo è tener assolutamente presente che quando si trada con le medie mobili, bisogna comunque sempre analizzare tecnicamente il comportamento del prezzo ed il formarsi di pattern grafici, supporti, resistenze, swings, ecc...in modo di cercare di evitare i falsi segnali e ridurre il rischio.


Vediamo ora come utilizzare 3 medie mobili.

Nella figura sottostante è rappresentato lo schema classico di incrocio di 3 medie mobili in cui vanno definite:

linea blu (B breve periodo), linea rossa (M medio periodo), linea verde (L lungo periodo).

Al punto 1, la linea breve incrocia quella media.

Al punto 2, la linea breve incrocia quella lunga.

Al punto 3, la linea medie incrocia quella lunga (conferma di avvenuto reversal).

Le 3 medie mobili possono essere settate a lungo, medio, breve periodo, a discrezione del trader ed in base alle caratteristiche di mercato.

Per esempio:

EMA 20, EMA 100, EMA 200, per trend a lungo periodo,

EMA 5, EMA 20, EMA 50, per trend a medio periodo,

EMA 5, EMA 10, EMA 20, per trend a breve termine.

 

 

Sopra, un esempio di triplo incrocio di medie mobili.

Le medie mobili utilizzate sono: ema20 (blu), ema 100 (rossa), ema 200 (verde).

Al punto 1, abbiamo il primo incrocio a rialzo della ema 20 sulla ema 100.

E' il primo segnale di inversione di trend da breve a medio termine.

Al punto 2, abbiamo l'incrocio a rialzo della ema 20 con la ema 200.

Al punto 3, abbiamo l'incrocio a rialzo della ema 100 con la ema 200.

Questa è la conferma dell'avvenuta inversione di trend da medio a lungo termine, con breakout sopra l'area di resistenza.

Un segnale di acquisto si genera quindi sul ritracciamento o return move al punto 4.

 

Nell'esempio qui sopra, ho utilizzato:

EMA 5 BLU (breve),

EMA 20 ROSSA (media),

EMA 50 VERDE (lunga).

Sulla sinistra del grafico vi è una prima situazione di incroci delle EMA 1,2,3, segnalando un segnale di vendita sotto il supporto di periodo a seguito dei primi due incroci. Al terzo incrocio, il supporto viene rotto a ribasso.

Il trend a ribasso continua finchè il primo segnale di incrocio a rialzo ci segnala una potenziale inversione di trend o di trading range.

Ecco che avvengono gli altri due incroci a rialzo formando un nuovo massimo assoluto.

Questo massimo è il nostro nuovo punto di riferimento perchè farà da resistenza.

Difatti il prezzo inverte ed avvengono altri 3 incroci a ribasso formando un nuovo supporto (che è più alto rispetto al precedente) prima di reinvertire con 3 nuovi incroci a rialzo, fino a rompere la resistenza. Il terzo incrocio difatti avviene nei pressi della rottura della resistenza.

Possiamo entrare sulla rottura della resistenza, oppure attendere il return move successivo.

 

Ricapitolando, se vogliamo utilizzare uno screener, cercheremo quei titoli in cui sono avvenuti i primi due incroci, e rimarremo in attesa del terzo incrocio, analizzando tecnicamente il grafico e cercando riscontri e conferme dell'avvenuto cambio di trend.

In un uptrend,

EMA B> EMA M

EMA B> EMA L

EMA L> EMA M

 

In un downtrend,

EMA B< EMA M

EMA B< EMA L

EMA L< EMA M

 

oppure un semplice incrocio tra la EMA L e la EMA M.

 

2.3 - BANDE DI BOLLINGER

 

Le bande di Bollinger sono un'ulteriore evoluzione delle medie mobili e delle Envelopes e devono il proprio nome al suo ideatore John Bollinger.

Le envelopes sono canali basati sulla moltiplicazione della medie mobile, mentre per la formazione delle Bande di Bollinger si utilizza la deviazione standard statisticamente definita come scarto quadratico medio o radice quadrata della varianza.

La deviazione standard indica la volatilità di periodo.

Più le bande sono distanziate tra loro, più la volatilità è alta, al contrario, quando le bande sono vicine significa bassa volatilità.

L'utilizzo delle bande è simile a quella del canale di Donchian, poichè le lineee superiori possono essere considerate resistenze mentre quelle inferiori supporti, ma non statici e basati sui massimi e minimi, ma mobili, come le medie e basati sulla volatilità.

Quando il prezzo rompe la banda superiore del canale il prezzo rompe una resistenza, mentre quando rompe la banda inferiore, il prezzo rompe un supporto. La media mobile può essere indicativa di stop loss e di saprtiacque tra uptrend e downtrend del periodo di riferimento della media.

Qui sotto un esempio dell'indicatore di Bollinger impostato con una media mobile esponenziale a 10 periodi.

2.4 - MOMENTUM E RATE OF CHANGE (ROC)

 

Momentum e rate of change (ROC) sono i più semplici indicatori di trend

e misurano il tasso di variazione di un sottostante, quindi misurano anche la forza del movimento o momentum.

Sebbene vi siano diverse formule per calcolarli, in prorealtime risultano identici sia come formula che graficamente, la differenza consiste solamente nella possibilità di settaggio: possono essere settati come unità oppure in % di variazione.

Essi sono dati dalle seguenti formule:

 

Momentum e ROC unità = chiusura odierna - chiusura di N periodi prima.

rappresenta quindi la differenza di prezzo di un dato periodo.

Momentum e ROC % = 100/chiusura N periodi prima * (chiusura odierna - chiusura di N periodi prima).

Rappresenta la % di performance in un dato periodo.

 

Per esempio, se un titolo quota 10,50€ oggi e 20 giorni fa quotava 8,25€:

Momentum unità = 10,50-8,25 = +2,25€

ROC % = 100/8,25*(10,50-8,25) = +27,27%

 

Momentum e ROC sono sia indicatori di trend e momentum e quindi sono anche utili per individuare divergenze tra prezzo e momentum stesso.

In base al settaggio di periodo, l'indicatore oscillerà al di sopra dello 0, se risulta essere in uptrend, mentre al di sotto dello 0 se risulta essere in downtrend.

 

 

Sopra, un esempio di momentum settato a 10 unità e un ROC %.

Come possiamo vedere, i grafici degli indicatori sono identici ma cambiano ovviamente i valori.

Si formano delle divergenze tra massimi/minimi di prezzo e massimi/minimi di momentum, segno di indebolimenti e rafforzamenti di prezzo e che preludono ad imminenti inversioni. Un passaggio tra momentum negativo a positivo dopo una divergenza è un segnale di acquisto mentre da positivo a negativo, un segnale di vendita.

I due indicatori sono utili anche da utilizzare negli screeneing di mercato.

Per esempio, se vogliamo cercare titoli che hanno almeno raddoppiato il loro valore nell'ultimo anno, cercheremo titoli con un ROC o momentum a 250 giorni in % maggiore di 100.


2.5 - ADX (AVERAGE DIRECTIONAL INDEX) e DMI DIRECTIONAL MOVEMENT INDEX

 

L'ADX, Average Directional Movement, misura la forza del trend corrente ed è stato ideato da J. W. WIlder.

Non da nessuna indicazione della direzione del trend.

Solitamente impostato a 14 periodi, quando la linea è superiore al valore 20, si è in presenza di trend, quando è al di sotto, si è in presenza di trading range.

Quando la linea è superiore a 20 ma è discendente, significa che il trend si sta indebolendo. Anche l'ADX infatti può essere utilizzato per identificare diviergenze tra picchi della linea ADX e prezzo.

Se coadiuvato da altri fattori tecnici l'ADX ci può essere molto di aiuto per determinare segnali entry.

Per esempio utilizzando trendlines o medie mobili per identificare il trend principale, un ribasso al di sotto del valore 20 dell'ADX ci segnala fasi di pullback del prezzo e piccole pause prima della ripartenza del trend.

Nell'esempio qui sotto una volta rotta a rialzo la resistenza e che la linea ADX rompe il limite di 20 entriamo in posizione poichè ci segnala l'inizio del trend.

Successivamente il trend si indebolisce progressivamente fino ad invertire.

Notate le divergenze tra picchi di ADX e prezzi a rialzo.

La rottura della trendline ci segnala che il trend è finito.

 

L'ADX implementato da  –DI (Minus Directional Indicator) e +DI (Plus Directional Indicator), rappresentano un gruppo di indicatori di tendenza che formano un vero e proprio sistema di trading sviluppato da Welles Wilder, noto come DMI o DIRECTIONAL MOVEMENT.
Inizialmente l’indicatore era stato creato da Wilder appositamente per le commodities su base giornaliera ma successivamente ci si è resi conto che si può benissimo applicare anche all’analisi degi strumenti azionari e, con i dovuti aggiustamenti, anche al trading su indici e futures.

 

L’ADX misura la forza del trend senza però fornire indicazioni sulla sua direzione.

Il +DI e il –DI completano la funzione dell’ADX definendo anche la direzione del trend. Utilizzando insieme i tre indicatori possiamo determinare sia la direzione del trend che la sua forza.

Un semplice metodo operativo ideato da Wilder prevede l’entrata long quando il +DI attraversa verso l’alto il –DI con ADX superiore a 20 (25 il valore il valore usato da Wilder, tenuto conto che veniva applicato sul mercato americano). L’entrata short, per converso, si ha quando il +DI attraversa verso il basso il -DI con ADX superiore al valore 20.

Se l’indicatore ADX non si trova al di sopra della soglia di 20 non si apre nessuna posizione.

In alternativa, a seguito dell'incrocio, non appena L'ADX scatta al di sopra del valore 20 con +DI al di sopra di -DI per un segnale long ed il contrario per un segnale short.

 

 

Certamente, l'indicatore DMI graficamente è un vero casino!!!

Ma in prorealtime, possiamo settarlo in maniera più chiara, utilizzando il DI in istogramma (non presente nel grafico sopra).

La linea nera è la linea ADX.

Il DI è la differenza tra +DI (linea verde) e -DI (linea rossa). Per semplificare la visualizzazione ho reso invisibile le linee di questi ultimi due parametri. Quando avviene l'incrocio, l'istogramma passa da rosso a verde e viceversa segnalando segnali di acquisti e vendite.

 

 

Nel grafico ho evidenziato alcune possibili entrate ed uscite in base ai segnali.

Anche in questo caso, l'utilizzo del DMI deve essere coadiuvato dalla price action classica (supporti, resistenze, rotture trendlines, pattern di prezzo) ed altri strumenti come le medie mobili per esempio, in modo da filtrare i falsi segnali e confermare quelli giusti.

 

2.6 - INDICATORI TREND FOLLOWING

 

Sono stati ideati molti indicatori di trend lineari che cercano di individuare i trends e le loro inversioni.

Un esempio sono le medie mobili, di cui abbiamo già parlato ampiamente.

Quando il prezzo incrocia una media mobile, ci da un segnale di trend reversal e quindi una possibile opportunità per entrare in posizione.

 

Questi indicatori, essendo indicatori trend following funzionano bene in trend ovviamente, mentre in trading range i segnali di reverse sono continui.

I parametri degli indicatori andrebbero quindi adattati in base ai dati storici ed hai movimenti satistici del prezzo.

In questo modo si hanno più probabilità di successo.

Oltre a questo, andrebbero coadiuvati da altri indicatori, quali trendlines, supporti e resistenze, oscillatori, per cercare di evitare i falsi segnali.

Questi indicatori possono essere utilizzati nella costruzione di trading systems e sono principalmente utili come determinatori di stop loss, trailing profit e per il dimensionamento della posizione.

La funzionalità è la stessa.

Quando l'indicatore determina un uptrend, la linea è blu e si posiziona sotto la price action. Al contrario, quando identifica un downtred, la linea diventa rossa e si posiziona sopra il prezzo.

Sono indicatori che utilizzano solitamente l'ATR ossia l'indicatore di volatilità di Wilder. In questo modo, le linee si adattano alla volatilità di periodo.

 

Vediamone alcuni.

 

Parabolic SAR, ideato da J.W. WIlder.

L'acronimo SAR significa Stop And Reverse, ed è utile sia per individuare i trend che per seguirli mediante uno stop loss che diventa trailing profit.

I punti SAR sono calcolati a partire da prezzo e dal tempo ed è applicato un fattore di accelerazione. Più il prezzo procede in trend, più il punto o la linea SAR si avvicina al prezzo di chiusura.

 

Il volatility stop è il più comune indicatore trend following basato sulla volatilità.

Calcola uno stop loss ad una certa distanza dal prezzo di chiusura mediante un moltiplicatore dell' ATR.

Quando il prezzo è in trend, l'indicatore segue il prezzo, mentre si ferma quando il prezzo ritraccia come un comune trailing profit.

Il Supertrend, ideato da Oliver Seban.

Il calcolo è lo stesso del volatility stop, solo che si attua al prezzo medio (massimo+minimo/2).

Abraham trend indicator, ideato da Andrew Abraham.


PER APPROFONDIMENTI



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