Il termine “trading” significa “commercio” ma nell’accezione comune del termine s’intende più propriamente l’attività di negoziazione di strumenti finanziari.
Il trader è dunque un commerciante o negoziatore, che in nome proprio o di altri, fa compravendita di strumenti finanziari.
I traders possono essere essenzialmente di due categorie:
-large traders : grossi speculatori ed investitori istituzionali come brokers, società finanziarie,
fondi d’investimento o hedge funds, banche commerciali, gli squali della finanza per intenderci, le "mani forti".
-retail traders: piccoli speculatori ed investitori, ossia traders privati, che operano per proprio
conto e/o per altri e che nell’ultimo decennio sono aumentati esponenzialmente grazie all’avvento di internet, delle piattaforme di trading e del proliferare di brokers autorizzati. Sono i
"pesciolini", le "mani deboli".
Una scoraggiante statistica dice che il 95% dei traders (perdenti) che entra tutti i giorni nei mercati finanziari paga il restante 5% (vincenti). Quindi, considerate questo 5% e togliete da questa % i large traders. Cosa ne rimane? fatevi due conti e capirete che i veri traders vincenti a lungo termine nel mondo sono veramente in pochissimi.
Questa è una doverosa cosa da constatare. Quindi vi chiederete, ma è davvero possibile guadagnare nei mercati finanziari?
Certo che è possibile, a patto che seguiate delle rigide regole di gestione del capitale e di voi stessi.
Per me, il 95% dei traders che fallisce, lo fa perchè non ha, o perde facilmente il controllo di se stesso, delle proprie emozioni e non gestisce il rischio adeguatamente. Ma avremo modo di parlarne più avanti.
Comunque, in entrambi i casi, il trader è uno speculatore che cerca di trarre profitto dai movimenti di prezzi investendo il proprio capitale su strumenti finanziari.
Cerca cioè di comprare uno strumento finanziario ad un prezzo più basso per rivenderlo ad un prezzo più alto, oppure
venderlo ad un prezzo più alto per riacquistarlo ad un prezzo più basso in modo di ottenere una plusvalenza.
Il trader al contrario di un altro qualsiasi “commerciante” non produce, non acquista o vende nulla direttamente dalla/alla controparte, ma compra e vende sulla carta strumenti o prodotti finanziari che possono rappresentare un qualsiasi “sottostante”, dal grano all’oro, da azioni di società a valute, che possono generare un profitto od una perdita in base al differenziale di prezzo tra la data di acquisto e quella di vendita.
Il dizionario treccani definisce il termine speculatore in questo modo:
a) Chi compie operazioni di commercio al fine di trarre profitto dalle variazioni dei prezzi di mercato.
b) In tono spregiativo, chi riesce a ottenere lauti guadagni o un utile personale agendo senza scrupoli e a danno di altri.
Non voglio entrare in merito a queste definizioni, ma voglio solo chiarire il fatto che sebbene l’alta finanza abbia sempre fatto dei disastri nella storia (tutte le grandi crisi sono dovute infatti allo scoppio di gigantesche bolle speculatorie, vedi per esempio la bolla dei mutui subprime di qualche anno fa), il trader retail non è per nulla sullo stesso piano dei giganti del sistema finanziario come gli investitori istituzionali che rischiano i soldi degli altri (di chi glieli affida), ma è solamente un'investitore privato che rischia di propria tasca, i propri risparmi, molte volte rimettendoci.
Per prima cosa, cancellate l’idea dello speculatore in senso dispregiativo e mantenete in voi fissa nella mente la definizione A.
Non vogliate nemmeno paragonarvi a certi colossi finanziari che irresponsabilmente hanno mandato sul lastrico migliaia di famiglie.
Il trader privato, nella maggior parte dei casi, vuole solo reinvestire i suoi guadagni sudati, per cercare di ottenere qualche plusvalenza in più.
Entra nei mercati con la stessa filosofia di chi vuole fare un buon affare.
Come un commerciante che vuole ottenere qualcosa a sconto per rivenderla ad un prezzo più alto e generare un profitto per se stesso e la sua famiglia. Non è
questa la filosofia giusta del mondo degli affari e dell'economia?
Da dove pensate che arrivino i soldi delle assicurazioni o delle pensioni integrative e dove pensate che finiscano i soldi dei vostri mutui?
Dal e nel mercato obbligazionario.
La Banca infatti, attraverso la cartolarizzazione effettua un’operazione finanziaria, finalizzata alla vendita dei propri mutui a una società specializzata, detta società
veicolo.
La società veicolo dopo aver verificato i crediti ceduti dalla Banca, versa a quest’ultima il corrispettivo economico ottenuto con l’emissione dei titoli obbligazionari che si riferiscono ai
mutui venduti.
I mercati finanziari sono di fatto mercati “virtuali”, tutti collegati tra loro.
Pensate, che, il 90% delle transazioni finanziare è di natura speculativa!!
Quindi, toglietevi dalla mente "l'etica finanziaria" che non esisterà mai, perchè altrimenti i mercati non avrebbero senso di esistere, e chiedetevi piuttosto, perchè devono e possono guadagnare solo gli istituzionali?
La maggior parte delle persone che si avvicina al mondo del trading online, lo fa con l'obiettivo ed il sogno di raggiungere in brevissimo tempo l'indipendenza economica e facili guadagni.
Certo, su internet la pubblicità dei brokers che promettono facili ed immensi profitti con un conto di soli 100€ sono all'ordine del giorno e sono proprio questo tipo di messaggi ad attrarre sempre più pesciolini che verranno sacrificati ai grossi squali famelici senza pietà.
Il trader principiante che cade in questa trappola, spinto dalla fortissima curiosità si renderà conto dell'assurdità di tali messaggi fin da subito, quando comincerà a capire gli aspetti essenziali ed operativi del trading, come la marginazione e la leva finanziaria.
La leva finanziaria è un'arma a doppio taglio, nel senso che aumenta esponenzialmente i possibili guadagni ma anche le possbili perdite.
Ad esempio, supponiamo che il vostro broker offre una leva finanziaria nel forex pari a 1:100. Significa, che il vostro potere d'acquisto di 100€ è pari a 100€*100=10.000 €. Potete quindi acquistare 10.000 € di valuta.
Entrate a mercato mettendo a margine l'1% del reale valore di mercato.
Entrando a mercato con 100 € operate con un controvalore reale di 10.000 €, soldi prestati dal broker, per generare più profitti o più perdite in pochissimo tempo. Il broker quindi vi offre una leva finaziaria.
Se foste entrati a mercato con un controvalore di soli 100 €, i guadagni e le perdite ammonterebbero a pochi millesimi di €, perchè le oscillazioni minime dei cross valutari si basano sul PIP (points in percentage), ossia sul 4° decimale di un cambio valutario.
Ecco che entrando a mercato con un controvalore maggiore, si hanno profitti e perdite maggiorati.
Ciò significa che, utilizzando tutti i 100 € in una sola operazione andando a mercato utilizzando tutta la leva finanziaria offerta, e tale operazione, si rivela sbagliata, potreste bruciare il vostro mini conto di 100 € in pochi minuti o secondi.
Fortunatamente, i brokers permettono di utilizzare i conti demo per un determinato periodo di tempo in modo da poter realmente aprire gli occhi ai traders principianti riguardo i rischi del mercato.
Ricordatevi sempre che, le perdite possono essere maggiori rispetto al capitale investito!
Ma di questo, ne parleremo dettagliatamente più avanti.
Questo non toglie, che, molti traders, abbiano comunque una mentalità da scommettitori, cioè che pensino al trading come alla roulette o al gioco d'azzardo.
Possono vincere si buone somme con una botta di fortuna, ma credetemi se vi dico, che, con una mentalità del genere non si arriverà da nessuna parte.
Sarà il mercato a mangiarseli in men che non si dica.
Il trading è una professione, i mercati finanziari non sono i casinò in cui si cerca fortuna.
La fortuna può avere il suo ruolo, ma il trader, se vuole avere successo nel lungo termine, deve studiare, deve perfezionarsi giorno per giorno e deve adottare strategie e determinati piani di trading con delle regole ben precise che deve imparare a seguire.
Il trading è statistica applicata al rischio.
Il trader, deve capire, che per aver successo ed aspirare ad entrare a far parte di quel 5%, deve seguire le tracce lasciate dagli squali facenti parte di quel 5%, e deve aumentare le sue probabilità di successo individuando ed inseguendo i trends di mercato.
Solo questo ha veramente logica nel trading.
Il “piccolo” trader privato cerca di ergersi sulle proprie gambe contando solo su stesso e sulle sue capacità, rischia il suo capitale come lo fa un normale imprenditore.
Per diventare un vero trader, egli sviluppa le sue capacità in base all’esperienza: egli perde e vince quotidianamente.
Il punto fondamentale da capire nel trading è che non importa quante volte si vince o si perde, ma come e quanto si vince e si
perde, cioè riuscire a portare la quantità di profitto superiore alla quantità di perdita alla fine dell'anno.
Ci saranno mesi che saremo in perdita, ma a fine anno, potremmo essere in attivo, guadagnando nei mesi successivi ed andando a pareggio in altri.
Il nostro sistema di trading può avere una bassa % di transazioni vincenti, per esempio il 30%, ma dovrebbe avere una media di profitto alta in confronto alla media di perdita.
Ad esempio, la nostra media di perdita è di 100 € a transazione, mentre la nostra vincita media pari a 500 €.
Con un sistema 30-70% (rapporto perdita/vincita), avremo che:
Su 100 trades, il nostro profitto ammonterà a 15.000 € (30 trades vincenti per 500 €), mentre la nostra perdita totale ammonterà a 7.000 € (70 trades perdenti per 100€ di perdita media), con un profitto netto di 8.000 €.
E' essenziale quindi testare e backtestare i propri sistemi di trading, in modo da ricavare i dati di profittabilità mediante la statistica.
Per contro, un sistema che vince il 70% ma con una media di perdite superiore in termine di soldi, avrà un effetto contrario
negativo.
Non è vero che i grandi traders vincono sempre.
Alcuni traders privati che sono sopravvissuti ai primi anni di “gavetta” sono diventati dei colossi della finanza. Hanno aperto le loro società d'investimento investendo miliardi di dollari per i loro clienti.
Ciò nonostante molti, inizialmente hanno perso un sacco di soldi, basta leggere le biografie nella sezione "maghi del mercato".
Altri traders hanno continuato per proprio conto, sono diventati comunque dei grandi professionisti.
Molti traders si guadagnano da vivere in questo modo.
Esistono i mercati liberi e tutti possono parteciparvi.
Il trading è una bellissima opportunità di libertà finanziaria ed offre grandi opportunità di profitto, a patto che si studi, si investino
tempo, passione e ovviamente denaro e che s'impari a gestire determinati aspetti.
Che sia il mercato delle pulci, dell’antiquariato od il mercato finanziario, il commerciante fiuta l’affare e lo fa se trova l’accordo con la controparte.
Lo stesso avviene nel mercato virtuale finanziario.
Non conosciamo la controparte, ma il broker, il nostro intermediario finanziario la trova per noi per farci concludere l’affare.
Bisogna essere consapevoli che ci saranno anche perdite, momenti sfavorevoli e di amarezza.
Il coraggio, per il trader, è un sentimento da sviluppare e la paura, un sentimento da allontanare il più possibile.
Sfido chiunque a non provare paura di perdere ancora dopo una striscia negativa di 5, 6 o 7 perdite consecutive ed a trovare il coraggio di fare un'altra transazione.
Ognuno reagisce a suo modo, vi è chi ne rimane meno coinvolto di altri, ma per la maggior parte è un durissimo colpo psicologico.
Qualcuno lascia perdere del tutto, altri ancora smettono per un certo periodo fino a che la passione per il trading li spinge a tornare in pista
di nuovo.
Ecco perché la gestione dell’emotività è essenziale nel mondo del trading come è essenziale capire che
in fondo, il trading si poggia su principi di probabilità e statistica, ed è su questo aspetto che bisogna
focalizzarsi.
Il trader deve sempre confrontarsi con un elemento determinante:
IL RISCHIO.
Il rischio è sempre presente nella vita del trader come in ogni business e attività indipendente.
Come un qualsisasi imprenditore e libero professionista anche il trader ha il suo rischio d'impresa: il rischio di
perdita.
Deve concentrarsi molto su questo aspetto poiché è quello che determinerà il suo "restare a galla" ed il suo successo.
In sintesi un trader è colui che opera nei mercati finanziari per generare un profitto. In base alle sue “ipotesi” di apprezzamento o deprezzamento di un dato strumento, egli agisce di conseguenza.
Se il trader pensa che uno strumento crescerà di valore, lo comprerà per poi rivenderlo in un momento futuro ad un prezzo più alto.
Se pensa che diminuirà di valore allora egli lo vende ora, per poi riacquistarlo in futuro ad un prezzo più basso:
Compro oggi un titolo a 120 € e lo rivendo fra una settimana a 200 €: genero un profitto di 80 €, ci guadagno perché rivendo qualcosa che vale molto di più rispetto a quando l’ho acquistata;
Vendo oggi un titolo a 120€ e lo riacquisto fra una settimana a 40 € : genero un profitto di 80 €, ci guadagno perché
riacquisto qualcosa che ora vale di meno rispetto a quando l’ho venduta. Riacquisto la stessa cosa scontata di prezzo.
Oppure:
Compro oggi a 120 € rivendo fra una settimana a 40 €: genero una perdita di 80 €, ci perdo perché la rivendo ad un prezzo inferiore di quanto l’ho pagata;
Vendo oggi a 120 € riacquisto fra una settimana a 200 € : genero un perdita di 80 €, ci perdo perché la riacquisto ad un prezzo maggiore di quando l’ho venduta.
Ora, non vi è nessuna differenza se si tratta di mobili, biciclette, automobili o valute, azioni, commodities, ecc… il senso è fare l’affare in base al proprio fiuto, all’esperienza ed all’interpretazione dei dati che si hanno a disposizione sull’andamento di un mercato.
Semplice fino a qui, vero? basta solo entrare a mercato e scegliere di comprare o vendere........ma non è così
facile come sembra.
La negoziazione finanziaria avviene stipulando dei contratti di compravendita con la controparte (sconosciuta) tramite l’intervento di brokers, o intermediari finanziari, il cui compito è quello di “far incontrare” le due parti interessate all’affare ricevendo in cambio una commissione per la prestazione. Il compito del broker è importantissimo perchè permette ai traders di andare a mercato.
Il broker quindi ha accesso alle varie borse mondiali, sedi fisiche dei mercati regolamentati dove si svolgono le contrattazioni e dove vengono listate le quotazioni ufficiali dei titoli azionari, delle commodities (materie prime), degli indici di borsa nazionali, ecc….quotazioni in continua fluttuazione in quanto determinate dall’incontro tra domanda ed offerta degli stessi.
Le controparti sono altri traders retail, società finanziarie, od in molti casi, proprio i nostri stessi broker che fanno sia da intermediari che da controparti allo stesso tempo.
Entrambe le parti, speculano sulla differenza di prezzo tra il momento di apertura e di chiusura di una transazione.
Per approfondimenti sui brokers, vai alla pagina dedicata.
Vi è a questo punto da fare una distinzione tra investitori istituzionali ed investitori privati.
Come già detto, gli investitori istituzionali sono le grandi società finanziarie che gesticono valanghe di denaro ed operano in tutti i mercati del mondo.
Sono questi colossi che dettano legge nei mercati, soprattutto nei mercati azionari, appunto per le grandi possibilità economiche e finanziarie che hanno e per la possibilità di influenzare il mercato, muovendo grossi volumi.
Un discorso diverso va fatto per i piccoli investitori e speculatori.
Che differenza c’è quindi tra un trader ed un investitore privato?
Beh, io la vedo così. Un trader è anche un investitore, poiché investe il proprio capitale in determinate operazioni finanziarie.
Vi è una differenza sostanziale nella mentalità, nella gestione degli investimenti, nell'orizzonte temporale, nel timeframe di operatività tra l'uno e l'altro.
Il trader, effettua transazioni finanziarie prettamente speculative in base ad un suo predeterminato piano di trading, al
contrario di un investitore tradizionale, che agisce sui rumors della strada e dei media.
Un investitore privato può affidare i suoi risparmi ad investitori istituzionali o ad altri traders privati, che gestiscono per lui il suo patrimonio o parte di capitale, lasciando ad essi carta bianca; oppure gestisce in prima persona i suoi risparmi e decide su quali mercati operare e su quali strumenti investire.
La più grande differenza tra Trader e Investitore sta nella diversa mentalità che si riflette nei diversi approcci ai mercati ed al diverso modo di operare.
Un trader esegue operazioni, indiscriminatamente sia in rialzo che in ribasso, cioè compra o vende (scommette su) vari strumenti
per generare singoli profitti costanti nel tempo.
Egli detiene uno strumento per un dato periodo di tempo, anche qualche secondo o qualche ora, finché in base alle sue valutazioni non decide di
chiudere ed incassare.
Solitamente il trader si basa di più su un'analisi del movimento del prezzo e sui grafici e detiene nel proprio portafoglio più strumenti diversi.
La diversa mentalità si esprime soprattutto nella gestione del rischio e delle transazioni.
Un investitore privato, scommette su un dato strumento, quali ad esempio azioni di società, con il presupposto della crescita nel lungo periodo, per esempio nell'arco di anni, o addirittura una vita intera.
Se il trader fa diverse transazioni durante il mese, anche sullo stesso strumento, entra ed esce dal mercato più volte, l'investitore fa poche operazioni ed oculate.
Cerca di individuare soprattutto titoli sottostimati il cui reale valore (valore intrinseco) è maggiore del prezzo quotato, con la speranza che
cresca nel tempo.
Solitamente, l’investitore sprovveduto non contempla la possibilità di vendita del titolo, ma una volta acquistate delle azioni, egli spera nella continua salita del prezzo.
Diciamo che il motto del trader se le cose vanno male è “darsela a gambe levate” nel senso di chiudere immediatamente l’operazione con la minima perdita possibile.
Il motto dell’investitore è “tenere il titolo e sperare che il prezzo inverta e ritorni a crescere”.
Un grosso errore che fanno molti investitori sprovveduti è continuare a comprare anche quando il prezzo continua a calare.
Le banche, solitamente suggeriscono al cliente di comprare altre azioni perché essendo diminuito il prezzo essi possono comprarne di più a sconto, per recuperare quanto fin’ora perso.
Solitamente agiscono in questo modo in quanto fanno loro da controparte, vendendo le azioni che detengono al privato poiché il titolo sta perdendo e se ne vogliono liberare.
L'opinione diffusa tra la gente comune è quella di credere che se la borsa scende, allora anche i traders devono fare la fame.
Niente di più falso. Anzi, è proprio nei periodi di crisi economica e di tracollo delle borse che i traders più scaltri guadagnano di più.
Nel trading, è possibile sia acquistare uno strumento che venderlo.
Dobbiamo ora tenere a mente una cosa fondamentale:
per ogni compratore c'è sempre un venditore.
In gergo, la parte acquirente è la parte long (parte lunga), mentre quella venditrice è detta parte short (parte corta).
Andare long significa acquistare ed essere rialzisti ed andare short significa vendere ed essere ribassisti.
Un mercato in fase rialzista è detto Bullish, da bull, o mercato toro.
Un mercato in fase ribassista è detto bearish, da bear, o mercato orso.
Quando ci accostiamo al mondo della finanza e soprattutto al mercato azionario, solitamente rimaniamo sorpresi dal fatto che un titolo possa essere venduto pur non avendolo mai acquistato.
Ebbene, si, le azioni possono essere vendute anche non possedendole mediante un prestito di titoli da parte del proprietario delle azioni verso chi ne fa richiesta (per essere vendute), con la garanzia che vengano riacquistate dallo stesso trader successivamente e ridate al legittimo proprietario.
Questo processo di prestito e vendita viene chiamata “short selling” o “vendita allo scoperto”.
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gg (domenica, 18 aprile 2021 16:46)
ottimo sito.bravo 6 molto bravo.perchè non fai dei video per completare in maniera definitiva il sito.
Max (domenica, 18 aprile 2021)
TI ringrazio moltissimo!
In effetti ci ho pensato....vedremo!
Max
pablo (venerdì, 28 gennaio 2022 16:10)
Io invece ho un altro pensiero. Odio i video, non riesco a seguirli bene e preferisco lo scritto. posso concentrarmi di piu' e posso ritornare a leggere molto agevolmente.
I miei complimenti, bravissimo
Il tuo sito e' una vera enciclopedia , molto ben fatto , molto molto utile .
Si comprende un grande impegno e una grande esperienza