EXCHANGE: MERCATO
Scegliere il mercato dove è quotato il titolo: AMEX, NYSE O NASDAQ.
Meglio utilizzare tutti i mercati e quindi scegliere ANY.
I titoli disponibili in totale sono 7104, così suddivisi:
I titoli disponibili quotati al mercato AMEX sono 385
I titoli disponibili quotati al mercato NYSE sono 4002
I titoli disponibili quotati al mercato NASDAQ sono 2717
INDEX: INDICE
Se voglio un titolo rappresentativo dell’economia americana, posso scegliere il titolo che fa parte del paniere di un indice.
I più importanti sono 2 e raccolgono i titoli a maggiore capitalizzazione del mercato USA.
Dell’indice S&P500, fanno parte le 502 compagnie più capitalizzate degli Sati Uniti (Blue chips). Vi sono compagnie di tutti i settori, tranne che dei conglomerates (diversificati).
Dell’indice Dow Jones, fanno parte le 30 compagnie ritenute più importanti degli Stati Uniti (Blue chips). Vi sono compagnie di tutti i settori, tranne che dei conglomerates (diversificati) e delle Utilities (per l’utenza).
Ciò comunque ci toglie la fetta più grande delle aziende USA quotate.
Si possono avere grandi opportunità con le aziende a media/piccola capitalizzazione, quindi meglio utilizzare tutti i mercati e quindi scegliere ANY.
SECTOR: SETTORE
Di quale settore deve far parte il titolo? Ci sono 10 grandi settori nel mercato americano, li ho disposti in ordine di performance annuale in data del 26/04/2015.
Healtcare (sanità)
Fanno parte di questo settore 16 industrie e 713 compagnie.
Una categoria di compagnie relative a prodotti e servizi medici e riguardanti la salute.
Include compagnie amministrative di ospedali, organizzazioni per il mantenimento della salute (HMOs), biotecnologia ed una varietà di prodotti medici.
Le aziende in questo settore sono spesso considerate essere difensive poiché i prodotti ed i servizi sono essenziali. Anche durante il ribasso dell’economia, la gente avrà sempre bisogno di aiuto medico e di medicine. Avendo una domanda consistente per beni e servizi medici, questo settore è il meno sensibile alle fluttuazioni dei cicli economici.
Consumer goods (beni di consumo)
Fanno parte di questo settore 32 industrie e 371 compagnie.
Una categoria di aziende relativa a prodotti acquistati da individui più che da industrie e costruttori. Contiene aziende coinvolte nella produzione di beni confezionati, prodotti di cibo, bevande, vestiario, automobili, ed elettrodomestici. La prestazione nel settore dei beni di consumo dipende pesantemente dall’atteggiamento del consumatore e dalle condizioni economiche di espansione o recessione.
Quando l’economia cresce il settore vedrà aumenti di domanda per prodotti di alta qualità e più costosi. Quando l’economia si restringe, c’è un incremento di domanda per prodotti di “valore”, poiché il consumatore tende a risparmiare. Mentre alcuni prodotti come il cibo sono necessari, altri, come le automobili sono considerati prodotti di lusso.
Services (compagnie di servizi – non manifatturiere)
Fanno parte di questo settore 58 industrie e 845 compagnie.
E’ quella parte dell’economia che produce beni intangibili e servizi. Il servizio primario in USA risulta essere quello dei trasporti via camion. Altri servizi sono quelli postali, il servizio dell’informazione, la Tv e l’intrattenimento, negozi, supermercati, ristoranti, tutto ciò che riguarda la vendita di prodotti, , servizi di marketing e pubblicazione, di protezione, business, ricerca, educazione, ecc…
Il settore dei servizi è considerato indicatore di progresso. I due terzi dell’economia degli USA è data dal settore dei servizi ed è quindi considerato indice della salute economica del paese.
Technology (compagnie tecnologiche)
Fanno parte di questo settore 32 industrie e 876 compagnie.
Appartengono a questo gruppo le aziende relative alla ricerca, sviluppo e distribuzione di beni e servizi basati sulla tecnologia. Questo settore contiene aziende che si occupano della costruzione di componenti elettronici, creazione di software, computers o prodotti e servizi relativi all’informazione tecnologica.
Il settore tecnologico offre un ampia gamma di prodotti e servizi sia per i clienti che per altri business. Beni per il pubblico come personal computers, stereo e televisioni sono continuamente migliorati ed aggiornati, offrendo l’ultima tecnologia a tutti gli utenti. Tutte le aziende moderne ricevono informazioni e servizi da software e sistemi di database, che permettono alle aziende di prendere decisioni d’affari strategiche. (quindi tutte si basano su questi prodotti).
Financial (compagnie finanziarie)
Fanno parte di questo settore 30 industrie e 3183 compagnie.
Questo settore contiene quelle compagnie che offrono servizi finanziari per clienti commerciali e privati. Include banche, fondi d’investimento , compagnie assicurative ed immobiliari.
Le compagnie finanziari performano meglio negli ambienti a basso tasso d’interesse. Una vasta porzione di questo settore genera profitto da ipoteche e mutui, che guadagnano valore all’abbassarsi del tasso d’interesse. Inoltre, quando il ciclo di affari oscilla verso l’alto, il settore finanziario beneficia da investimenti addizionali.
Condizioni economiche migliori solitamente portano a più progetti finanziari e fanno crescere gli investimenti personali. Nuovi progetti richiedono finanziamenti, che solitamente portano ad un maggiore numero di mutui.
Utilities(compagnie per l’utenza)
Fanno parte di questo settore 5 industrie e 119 compagnie.
Appartengono a questo gruppo tutte le compagnie per l’utenza che forniscono gas, elettricità, acqua. Dato che abbisognano di grandi infrastrutture, queste aziende generano solitamente anche grossi debiti. Ciò li rende sensibili al tasso d’interesse. Quando questo sale o scende, i pagamenti dei debiti aumentano o diminuiscono. Quindi le aziende utilities performano meglio quando i tassi d’interessi diminuiscono o rimangono bassi stabilmente.
Conglomerates (compagnie diversificate)
Fa parte di questo settore 1 sola industria e 16 compagnie.
Una categoria di aziende a grande capitalizzazione con diversi e spesso non correlati tipi di business. Fanno parte di questo settore aziende multinazionali che sono coinvolte in diversi rami di business simultaneamente.
Sebbene contenga compagnie molto diverse tra loro, questo settore segue abbastanza fedelmente l’indice S&P500. L’industria conglomerata è meno popolare oggi rispetto agli anni 60 poiché le grandi imprese hanno difficoltà a gestire efficacemente industrie con business non correlati. E’ infatti un settore sempre agli ultimi posti in % di performance.
Industrial goods (beni industriali)
Fanno parte di questo settore 18 industrie e 358 compagnie.
E’ una categoria relativa alla produzione di beni utilizzati nelle costruzioni e nel manifatturiero. Include compagnie implicate nella difesa dello spazio aereo, macchinari industriali, produzione di legname, arnesi da lavoro, costruzioni, cemento e metalli per strutture.
La prestazione in questo settore è largamente guidata dalla domanda e dall’offerta nel campo delle costruzioni, residenziali, commerciali ed industriali, così come per la domanda di prodotti industriali. Quando i contratti economici ed i consumatori risparmiano di più e spendono di meno, l’attività in questo settore scende perché le compagnie non si espandono e producono meno beni.
Questo settore segue molto fedelmente le performance del S&P500.
Basic materials (materie prime)
Fanno parte di questo settore 17 industrie e 623 compagnie.
E’ l’unico settore che ha avuto una performance negativa nell’ultimo anno.
Di questo settore fanno parte quelle aziende coinvolte nel reperimento, sviluppo e lavorazione di materiali grezzi. Il settore include l’estrazione e la manipolazione di metalli (oro, argento, palladio, ferro, acciaio, alluminio, piombo, ecc..), prodotti chimici, e prodotti derivanti da foreste, come il legname da costruzione o combustibile, carta, foraggi per bestiame, mangimi.
Questo settore è molto sensibile ai cambiamenti del ciclo affaristico. Poiché il settore fornisce materiali da costruzione, dipende da una economia forte. Dipende inoltre dalle fluttuazioni della domanda e offerta, perché il prezzo di materiali grezzi come l’oro o altri metalli è guidato largamente dalla domanda.
DOMANDE:
Qual è il settore più forte del momento in fatto di performance di prezzo?
Dell’ultimo trimestre o dell’ultima settimana o anno?
Oppure, quale settore sta dando segni di crescita o ripresa dopo un downtrend rispetto agli altri settori nell’ultimo periodo?
INDUSTRY: GRUPPO INDUSTRIALE
Esistono 206 gruppi industriali nel mercato americano e catalogati nel data base di Finviz. In Yahoo, risultano essere 215.
DOMANDE:
Quale di questi gruppi ha dato migliori performance rispetto agli altri?
Oppure ci sono settori specifici che sono cresciuti nell’ultimo periodo?
I gruppi sono così suddivisi:
Healtcare (sanità) 29,4 %
Fanno parte di questo settore 16 industrie e 713 compagnie.
Biotechnology 315 |
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Hospitals 12 |
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Consumer goods (beni di consumo) 18,6%
Fanno parte di questo settore 32 industrie e 371 compagnie.
Auto Parts 40 |
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Services (compagnie di servizi – non manifatturiere) 18,1%
Fanno parte di questo settore 58 industrie e 845 compagnie.
Lodging 15 |
Restaurants 52 |
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Shipping 54 |
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Railroads 17 |
Trucking 20 |
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CATV Systems 15 |
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Technology (compagnie tecnologiche) 15,7%
Fanno parte di questo settore 32 industrie e 876 compagnie.
Financial (compagnie finanziarie) 9,4%
Fanno parte di questo settore 30 industrie e 3183 compagnie.
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Utilities(compagnie per l’utenza) 9,4%
Fanno parte di questo settore 5 industrie e 119 compagnie.
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Conglomerates (compagnie diversificate) 5,8%
Fa parte di questo settore 1 sola industria (conglomerates) e 16 compagnie.
Industrial goods (beni industriali) 3,7%
Fanno parte di questo settore 18 industrie e 358 compagnie.
Cement 5 |
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COUNTRY: PAESI
Nel mercato americano sono quotati anche titoli di aziende che hanno sede all’estero. Vi possono essere titoli forti anche europei, sudamericani o asiatici, quindi che operano fuori dagli USA ma che sono quotati anche al NASDAQ o al NYSE.
Argentina 14 |
Colombia 5 |
Italia 5 |
Singapore 5 |
Australia 9 |
Danimarca 4 |
Giappone 17 |
Sudafrica 8 |
Bahamas 2 |
Francia 11 |
Lussemburgo 10 |
Corea del sud 10 |
Belgio 4 |
Germania 6 |
Messico 14 |
Spagna 5 |
Bermuda 48 |
Grecia 20 |
Olanda 27 |
Svezia 3 |
Brasile 28 |
Hong Kong 22 |
Norvegia 2 |
Svizzera 16 |
Canada 175 |
India 11 |
Panama 2 |
Taiwan 12 |
Isole del canale 2 |
Indonesia 1 |
Perù 4 |
Inghilterra 54 |
Cile 13 |
Irlanda 29 |
Filippine 1 |
USA 4122 |
Cina 157 |
Israele 82 |
Russia 3 |
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MARKET CAPITALIZATION: CAPITALIZZAZIONE DEL TITOLO o CAPITALE DI MERCATO.
E’ il totale del valore in dollari delle azioni outstanding o circolanti di una compagnia. Rappresenta la misura della grandezza di un’azienda.
Capitale di mercato: Prezzo corrente di mercato*Numero di azioni circolanti (outstanding)
Azioni circolanti (oustanding): Numero totale di azioni – azioni tenute nella tesoreria (treasury-azioni di proprietà della società).
Flottante (Float)= Azioni circolanti-(Azioni insiders + Azioni di proprietari sopra il 5% + azioni riservate o restricted)
Per calcolare il numero di azioni circolanti basta dividere la capitalizzazione del titolo per il prezzo di mercato corrente del titolo.
Esempio:
Market capitalization 100.88 Milioni, prezzo del titolo 9.23 $
Shares out standing o circolanti: 10.929.577 azioni (10.93 milioni)
Float = azioni circolanti – azioni di proprietà e azioni riservate.
Ci sono sei tipi di capitalizzazione di aziende:
Mega: 200 billions in su (200 miliardi) – 19 titoli – 5978 miliardi di capitale totale.
Large: da 10 a 200 miliardi – 593 titoli – 24341 miliardi di capitale totale.
Mid: da 2 a 10 miliardi – 1096 titoli – 24341 miliardi di capitale totale.
Small : da 300 milioni a 2 miliardi – 1724 titoli – 1654 miliardi di capitale totale.
Micro: da 50 a 300 milioni – 1178 titoli – 184 miliardi di capitale totale.
Nano: sotto i 50 milioni – 378 titoli – 11 miliardi di capitale totale.
La Capitalizzazione si riferisce al valore di mercato delle azioni di una società, ed è calcolato moltiplicando il numero di azioni per il loro prezzo di mercato, il quale può differire anche di molto dal valore nominale.
Nel caso di società quotate in borsa, la capitalizzazione è un dato importante perché tende ad essere associata al grado di liquidità del titolo. Ciò è dovuto principalmente al fatto che la maggior parte degli indici azionariattribuisce un peso maggiore alle società con maggiore capitalizzazione. Di conseguenza, i fondi comuni di investimento che hanno un certo indice di mercato come benchmark investiranno tendenzialmente di più in un titolo a larga capitalizzazione, rendendolo così più liquido e meno soggetto a manipolazioni di prezzo. Poiché spesso una parte delle azioni emesse da una società è in mano a uno o più azionisti di riferimento, che possiedono le azioni senza scambiarle sul mercato, si usa distinguere tra il numero totale di azioni e il flottante, ovvero solo la parte di azioni effettivamente disponibile per il libero scambio sul mercato. La capitalizzazione del flottante è quella solitamente utilizzata per calcolare il peso di un titolo nel corrispondente indice azionario.
Anche in conseguenza della diversa liquidità dei titoli in funzione della loro capitalizzazione, si usa distinguere le società a grande capitalizzazione, a volte chiamate in gergo Blue chips, da quelle a piccola capitalizzazione.
La distinzione più usata fa riferimento a large caps/small caps. Tale distinzione si riflette nell'uso di diversi indici di mercato: ad esempio l'indice Russell 3000 del mercato statunitense è a sua volta suddiviso tra il Russell 1000 (che include le prime 1000 società per capitalizzazione) e il Russell 2000 (che include le ultime 2000 società). Analogamente, ci possono essere fondi comuni che investono prevalentemente in large cap o prevalentemente in small cap.
N.B. APPROFONDIMENTO SUL TIPO DI AZIONI EMESSE.
Il termine flottante indica la quantità di azioni, emesse da un'azienda quotata, che gli investitori possono liberamente commerciare nel mercato secondario. Queste azioni non fanno parte della partecipazione di controllo della società perché sono le azioni che l'azienda cede ai possibili investitori esterni.
Il valore del flottante non è uguale alla capitalizzazione dell'azienda quotata. La capitalizzazione infatti è il valore, al prezzo di mercato, di tutte le azioni che l'azienda ha emesso. In altre parole, il valore del flottante è una parte della capitalizzazione. Se il flottante coincidesse con la capitalizzazione, tutte le azioni emesse dall'azienda sarebbero in mano al mercato, e quindi oggetto di contrattazione e non più detenute da un soggetto dominante.
Le azioni limitate o “restricted” si riferiscono alle azioni di una compagnia che non possono essere comprate o vendute a terzi senza un speciale permesso da parte della SEC. Spesso queste azioni sono date agli insider come parte di salari, benefici addizionali, compensazioni, ecc…”restricted securities” mentre le “control sec.” sono le azioni di managers con poteri direzionali. (le RULE 144 sono le regole per le quali si possono vendere le azioni restricted)
Flottante si riferisce a quelle azioni che possono essere scambiate liberamente dal pubblico senza restrizioni. La parte flottante costituisce quella parte di azioni scambiate di cui tutti noi ascoltiamo nelle news finanziarie, denotando la maggior quantità utilizzata negli scambi.
Le azioni autorizzate o “autorized” si riferiscono al maggior numero di azioni che una singola corporazione può emettere. Ciò è stabilito quando la compagnia viene creata e possono essere aumentate o diminuite solo attraverso i voti degli azionisti.
Tipicamente, le aziende non emettono tutte le azioni disponibili al pubblico. Una parte possono decidere di tenerla in tesoreria o “treasury”, per svariati motivi. Per esempio possono detenere il pacchetto di maggioranza in cassa per evitare di finire vittime di attacchi di vendite. Oppure possono decidere di venderle quando vi è un eccesso di cassa, piuttosto che prestarle.
Le azioni “oustanding” da non confondere con le autorized, si riferiscono al numero di azioni che una compagnia ha emesso. Rappresentano tutte le azioni che possono essere comprate o vendute al pubblico, insieme alle azioni restricted che abbisognano di autorizzazione prima di essere transate.
Il valore del flottante cambia in base al fatto se una compagnia desidera ricomprare azioni dal mercato o vendere più delle proprie azioni autorized attingendo dal proprio fondo cassa.
La compagnia XYZ ha 1000 azioni autorizzate. Se ha offerto 300 azioni in un IPO (float), ha elargito 150 azioni ai dipendenti e mantenuto 550 azioni nel fondo cassa, quindi il n° azioni outstanding sono 450. (float 300+150 restricted). Se dopo qualche anno la compagnia ha fatto molto bene e vuole ricomprarsi 100 azioni dal mercato, il numero di azioni outstanding diminuirà a 350, il numero delle azioni treasury aumenterà 650 ed il flottante cadrà a 200 azioni dal momento che il riacquisto è stato effettuato attraverso il mercato (300-100).
Questo non è l’unico modo per cui il numero di azioni outstanding può fluttuare. In aggiunta alle azioni che emettono per gli investitori e dipendenti, molte compagnie offrono opzioni e warrants su azioni. Questi sono strumenti che danno a chi li detiene il diritto di acquistare più azioni dalla cassa della compagnia (treasury). Ogni volta che uno di questi strumenti è attivato, il flottante e le azioni outstanding aumentano mentre il treasury dimisnuisce. Per esempio, supponiamo che XYZ emette 100 warrants. Se tutti questi warrants sono attivati, XYZ dovrà vendere 100 azioni dal proprio fondo cassa ai possessori dei warrant. Quindi, quando il numero di azioni outstanding è 350 e le azioni di cassa treasury sono 650, esercitando tutti gli warrants cambierebbe il numeri a 450 e 550 rispettivamente, ed il flottante aumenterebbe a 300. Questo effetto è conosciuto come diluition, diluizione.
Morale: poichè la differenza tra il numero di azioni autorizzate ed oustanding puo’ essere grande, e’ importante capire cosa siano e quali figure la compagnia sta usando. Diversi ratios possono utilizzare il numero di azioni outstanding di base mentre altri utilizzano la versione diluita. Questo può influire grandemente ed anche cambiare la considerazione di un investimento. Oltre a ciò, identificando il numero di azioni restricted contro il numero di azioni flottante, gli investitori possono ponderare il livello di possessione ed autonomia che gli insiders hanno nella compagnia. Tutti questi scenari sono molto importanti per gli investitori per capire prima di decidere se vendere od acquistare.
Il numero delle azioni circolanti emesse da una società rappresenta, come il prezzo,
un fattore relativo utile per la valutazione di un titolo solo se rapportato ad altri parametri.
Il numero delle azioni emesse da una società quotata assume significato differente a seconda della loro allocazione che fornisce, fra l'altro, alcune utili informazioni circa la società stessa.
Authorized Shares, azioni autorizzate: il numero delle azioni che una società è autorizzata ad emettere dall'assemblea dei soci.
Issued Shares, azioni emesse: il numero delle azioni effettivamente emesse da una società.
Shares Oustanding, azioni circolanti: il numero delle azioni circolanti emesse da una società:
Float, flottante: la parte delle azioni circolanti (outstanding) possedute dal pubblico e quindi disponibili ad essere liberamente scambiate sul mercato.
Held by institutions, la parte delle azioni circolanti posseduto da organizzazioni bancarie, quali ad esempio fondi pensione o assicurazioni del ramo vita.
Normalmente il numero delle azioni autorizzate coincide con quello delle azioni emesse. Se però il numero delle azioni autorizzate è superiore a quello delle azioni emesse, questo significa che la società ha in programma di emettere nuove azioni nel prossimo futuro.
Held by Insiders: la parte delle azioni circolanti (shares putstanding) posseduto da persone come gli amministratori e i direttori di una società, che hanno accesso ad informazioni riservate prima che queste siano disponibili al pubblico. Inoltre, viene considerato come Insider chiunque, anche senza ricoprire cariche, detenga una partecipazione nella società superiore al 10%.
Treasury stocks: il numero delle azioni emesse da una società ma successivamente
riacquistate sul mercato. Questo tipo di azioni, che non hanno diritto di voto e non percepiscono alcun dividendo, non sono calcolate fra le azioni circolanti (Shares Outstanding).
L'operazione con la quale una società acquista sul mercato azioni proprie prende il nome di Buy Back ed è normalmente usata dalle società per incrementare il valore dei titoli emessi. Riducendo
il numero delle azioni emesse in circolazione, difatti, si incrementa il contenuto patrimoniale (Book Value) dei titoli residui e naturalmente l'utile per azione (EPS).
L'effetto psicologico che fornisce al pubblico una operazione di BuyBack, infine, non è secondario: crea aspettative circa l'effetto dei futuri acquisti sulle quotazioni ed avvalora
l'immagine di una società in buona salute e dalla liquidità sovrabbondante.
RICAPITOLANDO, maggiore è la capitalizzazione del titolo (considerando anche il flottante), maggiore sarà la liquidità ma anche la stabilità del prezzo del titolo.
Infatti, molti fondi d’investimento (istituzionali) saranno detentori di azioni “non flottanti” per avere una partecipazione attiva e di amministrazione della società con l’intento di generare profitto ed avere un rendimento nel lungo periodo con il minor rischio di manipolazione del mercato da parte degli speculatori.
Alto grado di liquidità del titolo significa alta disponibilità di denaro dell’azienda, quindi con basso rischio di fallimento ed alto grado di trasformazione dei profitti in denaro. Può essere accostato alla % di possesso di quote da parte di istituzionali.
DIVIDEND YIELD : RAPPORTO DIVIDENDO/PREZZO
Il dividend Yield, è uguale al dividendo annuale per azione, diviso il prezzo del titolo. Questo indice misura la % di ritorno che una compagnia paga agli azionisti in forma di dividendi.
In finanza ed economia finanziaria, il dividend yield o rapporto dividendo-prezzo corrisponde al rapporto tra l'ultimo dividendo annuo per azione corrisposto agli azionisti o annunciato e il prezzo in chiusura dell'anno di un'azione ordinaria. Esso è utilizzato come indicatore del rendimento immediato indipendentemente dal corso del titolo azionario. Nelle formule finanziarie è abitudine indicarlo con il simbolo ..
Tale indicatore, così come tutti i principali multipli, viene particolarmente utilizzato nell'analisi comparata in
cui l'obiettivo è quello di valutare il posizionamento di un'impresa rispetto a un'altra impresa oppure a un gruppo di potenziali concorrenti.
Più è elevato il dividend yield e migliore è il giudizio che viene espresso circa la capacità della società di remunerare il capitale investito.
Tuttavia il dividend yield rappresenta
una misura statica di rendimento e non tiene conto del rischio d'impresa.
Nullo=0
Positivo, > dello 0%
Alto> 5%
Molto alto > 10 %
N.B. APPROFONDIMENTO SUI DIVIDENDI
(vedi sito dividend investor.com o 4-traders.com)
I dividendi sono gli utili (o parte degli utili) di una società quotata che vengono distribuite agli azionisti proprietari delle azioni al momento della data di stacco. (Dividend ex date). L’ammontare del profitto è pari al valore del dividendo per il numero di azioni detenute.
Solitamente, i dividendi vengono staccati 1 volta l’anno per le società italiane, 4 volte l’anno per le società americane (quaterly dividend).
I dividendi spettano al possessore delle azioni al giorno dello stacco del dividendo (Dividend ex date). Quindi per aver diritto al dividendo deve averle comprate almeno il giorno prima. Il giorno stesso del ex dividend date, egli può vendere le azioni, mantenendo il diritto ai dividendi.
Nel giorno “Dividend ex date”, giorno di stacco dei dividendi, la quotazione aprirà aggiustata a ribasso del dividendo emesso, essendo il prezzo dei titoli TEL QUEL” (che comprendono gli utili). Quindi, se il giorno prima la società quotava 5 € ed il dividendo è pari a 0,20 €, il giorno dopo il titolo aprirà a 4,80 € (quotazione ex cedola o ex dividendo). Colui che detiene le azioni all’apertura della borsa ha diritto ai dividendi.
Se l’azionista vende le azioni prima del dividend ex date, egli vende anche il suo diritto ai dividendi. Se l’azionista decide di mettere in vendita tra la data dello stacco e la data del pagamento i titoli, egli conserverebbe il diritto ad incassare i dividendi. Le date di stacco e di pagamento sono comunque regolate in base al calendario della relativa borsa.
La prassi dei dividendi è solitamente divisa in quattro fasi (DIVIDEND PAYOUT RATIO):
Dividend Declaration date (announcement): la dichiarazione ufficiale della data di pagamento e l’ammontare dei dividendi che può avvenire fra una o due settimane (titoli americani) o due o tre mesi, titoli italiani.
Dividend ex date: è la data di stacco dei dividendi. Solitamente non viene menzionata la data il giorno dell’annuncio: ma per prassi è due giorni lavorativi prima del record date (esclusi sabato e domenica). Se il record date è martedì, l’ex dividend day sarà il venerdì.
Dividend Record date: è una verifica degli investitori che hanno diritto al dividendo.
Dividend Pay date: giorno in cui l’azionista riceve materialmente l’importo dovuto, solitamente un paio di settimane dopo lo stacco.
Tassazione
Si paga il 20% di imposte sui ricavi dei dividendi per azioni dell’unione europea.
Si paga il 27% di imposte sui ricavi dei dividendi per azioni fuori dall’uonione europea.
Dividendi con azioni addizionali
I dividendi possono essere in forma di ulteriore azioni addizionali.
Il dividend ex date, in questo caso, è posto il 1° giorno lavorativo dopo che il dividendo del titolo è stato pagato (dividend pay date).
Il giorno in cui tu puoi vendere le azioni senza essere obbligato a passare le addizionali azioni non è il primo giorno lavorativo dopo il dividend record date, ma normalmente è il primo giorno lavorativo dopo che il dividendo di un titolo è stato pagato (dividend pay date).
Dividendi straordinari
Possono derivare non da utili ma da una parte delle riserve interne di liquidità dell’azienda, dalla vendita di rami d’azienda, strategie interne alle holding.
Non sono soggette ad imposizioni fiscali.
Se un titolo distribuisce qualcos’altro che non siano soldi, come diritti (rights) o garanzie (warrants), il dividend ex date può essere chiamato rights/warrant ex date.
FLOAT SHORT % o SHORT INTEREST: FLOTTANTE IN VENDITA
Misura l’ammontare in % delle transazioni in vendita (short) in relazione al numero di azioni che rappresentano il flottante del titolo, non ancora coperte o chiuse. E’ data dal rapporto tra azioni vendute ed il totale delle azioni circolanti (out standing). Solitamente è calcolato di mese in mese.
Es: 1,5 milioni di azioni short/10 milioni di azioni circolanti = 15%
Il float short % è comodo da equiparare con i dati precedenti per vedere se un titolo ha avuto incrementi di vendite. Un alta % di float short rispetto al mese precedente può significare una massiccia vendita del flottante a causa di rumori di bancarotta della società od altre news. Quindi, bisognerebbe capire quali siano le cause della massiccia ondata di vendite.
Per contro, un basso float short è indice di stabilità, ottimismo a convenienza di un titolo.
Molti contrarian utilizzano l’indice come indicatore di cambiamento della direzione del mercato. Infatti la logica che sottende ciò è che se tutti stanno vendendo, il titolo è già ai suoi minimi, e quindi può solo muoversi in alto. Infatti, i contrarians sentono che un alto tasso di float short (short ratio) è un segnale rialzista, poiché eventualmente, ci sarà una forte pressione rialzista qualora i venditori allo scoperto copriranno le loro posizioni riacquistandole, poiché dovranno restituire le azioni ai proprietari (le azioni vengono prestate).
Sebbene possa essere un indicatore che dice molto, una decisione di investimento non può essere basata esclusivamente sul short interest di un titolo; comunque gli investitori spesso guardano questo indicatore. Al contrario di un indicatore fondamentale, non richiede particolari calcoli e può aiutare l’investitore nel capire quale sentiment gli altri investitori hanno riguardo al titolo esaminato.
Basso = < del 5%
Alto >20 %
SHORT RATIO (INTEREST) (NON DISPONIBILE IN SCREENER)
TASSO DI INTERESSE DI VENDITA
E’il rapporto tra il numero di azioni vendute short (short interest) diviso il volume giornaliero medio. E’ anche chiamato “days to cover ratio” (giorni che servono per coprire le posizioni)., perché determina, in base al volume medio del titolo, quanti giorni servono ai venditori allo scoperto per coprire le loro posizioni in caso buone news facciano alzare il prezzo del titolo.
Per esempio un’azienda ha 75 milioni di azioni short mentre un volume medio di 70 milioni. Dividendo i due dati abbiamo scopriamo che ci vorranno 1.07 giorni da parte tutti i venditori per coprire le loro posizioni.
Più alto è il rapporto, più ci vorrà ai venditori per riacquistare le azioni in prestito. E’ un importante fattore che investitori e traders si basano per decidere se vendere o no allo scoperto. Solitamente se il rapporto è maggiore di 8 giorni, coprire una posizione short può essere molto difficile.
IL NYSE SHORT INTEREST RATIO.
Un altro importante indicatore per determinare il sentiment di mercato è il Nyse short interest ratio. Si calcola come il precedente ma ovviamente sul totale del mercato Nyse diviso il volume medio dello stesso, mensilmente.
SHORT SQUEEZE
Qualche investitore rialzista vede alti tassi short come un’opportunità. Questa previsione è basata sulla teoria dello short interest. Il ragionamento è: se stai vendendo short un titolo ed il titolo continua a salire piuttosto che scendere, preferirai uscire dalla posizione prima di perdere una grossa somma di denaro. Uno short squeeze avviene quando gli short sellers si affrettano a rimpiazzare le azioni prese in prestito, e quindi domanda in aumento e offerta in diminuzione, forzano i prezzi a rialzo. Gli short squeeze tendono a verificarsi più spesso sui titoli a bassa capitalizzazione, che hanno poco flottante, ma anche quelle a grande capitalizazione non sono immuni a queste situazioni. Se un titolo ha un alto tasso short, le posizioni short possono essere forzate ad essere liquidate e coprire la posizione acquistando il titolo. Se uno short squeeze accade ed abbastanza venditori riacquistano il titolo, il prezzo può salire molto alto.
ANALYST RECOMENDATION: RACCOMANDAZIONE DA PARTE DEGLI ANALISTI
Rappresenta l’outlook, il giudizio medio o “rating” degli analisti finanziari.
Varia tra:
1 BUY STRONG - COMPRARE FORTE 1
2 BUY - COMPRARE
3 HOLD - TENERE
4 SELL - VENDERE
5 STRONG SELL - VENDERE FORTE
OPTION/SHORT: TITOLO DISPONIBILE PER OPZIONI E VENDITA ALLO SCOPERTO
Si può scegliere un titolo in base al fatto che sia opzionabile (nel senso su cui si può scommettere opzioni a scadenza), o shortabile, quindi vendibile. Vi sono infatti titoli su cui non c’è la possibilità di vendere. Nel caso dell’opzione può far molto comodo la tabella delle opzioni per identioficare i probabili livelli di supporto e resistenza del mese successivo. Vedi il sito optionetics.
N.B. APPROFONDIMENTO SULLA VENDITA ALLO SCOPERTO
La vendita allo scoperto, chiamata anche short selling (o semplicemente short) oppure vendita a nudo, è un'operazione finanziaria che consiste nella vendita, effettuata nei confronti di uno o più soggetti terzi, di titoli non direttamente posseduti dal venditore. Più in generale con questa terminologia si denominano tutti i tipi di operatività finanziaria attuata con l’intento di ottenere un profitto a seguito di un trend o movimento ribassista delle quotazioni di titoli (azioni, strumenti, beni) prezzati in una borsa valori.
Difatti tali titoli, solitamente forniti da una banca o da un intermediario finanziario, durante lo short selling vengono istantaneamente prestati dal loro fornitore al venditore allo scoperto (chiamato anche scopertista o short seller oppure venditore a nudo) e quindi subito venduti da quest'ultimo.
Pertanto la vendita allo scoperto si configura come un prestito non di denaro bensì di titoli e, come solitamente accade in quello di denaro, vi è un interesse da corrispondere al datore del prestito. L'ammontare dell'interesse da pagare cresce in relazione all'aumento della durata di questo prestito di titoli, poiché chi effettua la vendita a nudo deve, entro un certo lasso temporale, acquistare sul mercato (quindi a prezzo di mercato) i titoli restituendoli così al prestatore: operazione tecnicamente definita ricopertura dello scoperto. Per l'acquirente lo short selling attuato dal venditore è praticamente invisibile e perciò ininfluente, dunque per il compratore non vi è differenza tra i titoli acquistati da una vendita allo scoperto o non allo scoperto.
Siccome l'incasso generato dalla vendita dei titoli è antecedente rispetto al momento del loro effettivo acquisto da parte del venditore, lo short selling viene effettuato quando lo scopertista prevede che il costo della loro successiva acquisizione sul mercato (quella destinata alla ricopertura dello scoperto, cioè a rifondere il datore del prestito) sarà inferiore al prezzo precedentemente incassato (e di solito tale controvalore ricevuto viene provvisoriamente posto a garanzia sullo short fino a ricopertura eseguita). In questo caso il rendimento complessivo dell'operazione di short selling sarà risultato in profitto.
Se, al contrario, il prezzo dei titoli aumenta durante il tempo del prestito, il rendimento dell'operazione sarà risultato in perdita. Per tale ragione la vendita allo scoperto si effettua principalmente quando i mercati azionari si trovano in una fase discendente, da qui il nome "short" (tr. "breve") giacché storicamente le fasi discendenti dei mercati finanziari hanno una durata più breve e sono meno numerose delle fasi ascendenti.
La vendita allo scoperto è un'operatività finanziaria di tipo prettamente speculativo e orientata verso un orizzonte temporale d'investimento di breve periodo. Per questo è generalmente sconsigliabile usarla come tecnica d'investimento di medio e lungo termine.
EARNINGS DATE: RILASCIO DATI UFFICIALI SUI PROFITTI DI UNA COMPAGNIA
Voglio selezionare un titolo i cui dati sui profitti vengono resi ufficiali questo mese, oppure la prossima settimana, o che sono già stati resi ufficiali per esempio tre settimane fa?
Gli annunci ufficiali sui guadagni (solitamente trimestrali) possono generare grandi ed improvvisi movimenti e volatilità. E’ molto pericoloso tradare in prossimità del rilascio dei dati sui profitti.
Da tenere d’occhio l’uscita per un’eventuale entrata od uscita dalla posizione.
Vedi anche sito 4-traders.com
AVERAGE VOLUME (ADTV): VOLUME MEDIO
La media del numero di transazioni giornaliere di un dato titolo.
Il volume è relativo alla liquidità ed al livello di interesse suscitato dal titolo. Quindi quando c’è un alto volume significa che il titolo può essere facilmente scambiato ed ha alta liquidità. Come risultato, un alto volume medio giornaliero può avere un alto effetto sull’andamento del prezzo del titolo. I titoli a basso volume di scambio e con poco flottante (sotto il 20%) sono chiamati titoli sottili, quindi illiquidi.
Quando il volume medio giornaliero aumenta o diminuisce drasticamente è un segno che è stata rilasciata qualche notizia che ha influenzato la visione della gente a riguardo del titolo. Solitamente un alto volume medio significa che il titolo è più competitivo, ha poco spread ed è tipicamente poco volatile. I titoli sono meno volatili quando hanno un alto volume medio perché molti trades di grosse dimensioni dovrebbero essere stipulati per avere un impatto sul prezzo.
Alto volume medio giornaliero: poca volatilità e poco impatto sul prezzo, maggiore stabilità e poche probabilità di manipolazione del prezzo da parte delle mani forti.
Da sotto 50.000 a sopra 2.000.000 sono i ranges disponibili su FINVIZ.
Si può stimare ragionevolmente una media ideale per la liquidità di un titolo da 200.000 a 400.000 trades medi giornalieri.
Maggiore è il volume medio, maggiore il titolo tende ad essere stabile, liquido e poco manovrato.
RELATIVE VOLUME: VOLUME RELATIVO
Rapporto tra il volume giornaliero e la media giornaliera a 60 giorni (tre mesi).
Utile da unire con l’indicatore di un nuovo massimo giornaliero o settimanale. Solitamente un importante break out o break down di nuovo massimo o minimo (dopo periodi di congestione od in trend) sono accompagnati o (dovrebbero essere) da forti volumi.
Oppure un grande ratio può essere l’effetto di una news.
Un rapporto pari a 1 significa che è i due valori coincidono.
Un rapporto pari a 1,5 significa il volume di oggi è stato 1,5 volte più alto del volume medio.
Un rapporto pari a 2 significa che il volume di oggi è stato il doppio del volume medio giornaliero di tre mesi.
Se vogliamo quindi in generale che il volume di oggi su un break out sia stato maggiore del volume medio a tre mesi mettiamo > 1
CURRENT VOLUME: VOLUME CORRENTE
Il volume di una singola giornata di trading.
Vogliamo che il volume di oggi sia stato superiore a 100.000 contratti tradati o comunque superiore ad una soglia minima se durante il giorno o la settimana c’è stato un break out per esempio.
Comodo anche in una fase di trading range con accumulazione/distribuzione di un titolo.
Può essere utilizzato con il relative volume e l’average volume.
CURRENT PRICE: PREZZO CORRENTE
Determina il livello od un range di prezzi dei titoli che si cercano.
Il prezzo di un titolo determina quante azioni si possono comprare di quel determinato titolo.
Più è alto il prezzo, meno azioni si possono acquistare con un determinato rischio di perdita. Quindi per muovere un titolo ad alto valore ci vuole una grande quantità di denaro. Quindi, più è alto il prezzo, più risulta stabile e poco manovrabile.
Infatti se accompagnato da un livello di rischio di perdita (livello di entrata nella posizione - livello di stop loss), esso può essere determinante alla riuscita dell’operazione di acquisto o vendita short. Titoli con alte quotazioni possono impedirmi di acquistare alcuna azione, oppure il mio rischio risulterebbe troppo grande rispetto alle mie possibilità.
Per esempio: un titolo quota 245 $
Il mio rischio per operazione è di 200 $
Il livello di stop loss determinato è 240 (entrata-stop loss)
N° azioni che posso acquistare è pari a 200/(245-240)= 40 azioni
Posso acquistare 40 azioni.
Per esempio: un titolo quota 500 $
Il mio rischio per operazione è di 150 $
Il livello di stop loss determinato è 420 (entrata-stop loss)
N° azioni che posso acquistare è pari a 150/(500-420)= 1.875 azione
Posso acquistare 1 sola azione.
Il range di prezzo dei titoli dipende dal capitale disponibile e dalla % di rischio.
Un buon range di titoli può essere tra 5 a 200 $
In base al numero di azioni, si pagheranno più o meno interessi (se in acquisto) che solitamente sono poco rilevanti e si accrediteranno i dividendi (o addebiteranno se il titolo è venduto)
Più azioni si detengono e più valore hanno i dividendi, maggiore sarà l’incasso.
Una strategia molto diffusa è quella di cercare titoli abbastanza stabili oppure in fase di trend e con un relativamente basso prezzo che pagano alti dividendi fino ad almeno la data ex dividend-day.
Ovviamente bisogna tenere in conto che al momento dello stacco del dividendo, la quotazione scenderà dell’importo del dividendo stesso.
Oppure un’altra strategia è quella di acquistare titoli dei penny stock, ovvero delle aziende che quotano meno a 5$ ad azione. Si possono cercare aziende con buoni fondamentali e buoni outlook di crescita a buon mercato. Ci sono circa un migliaio di azioni quotate all’amex, nyse e nasdaq sotto i 5,00 $, che partono da un prezzo di 0.03$.
Le penny stocks tendono ad essere molto più volatili e molto manovrabili dalle mani forti. Un’analisi della partecipazione degli istituzionali può dare un’idea degli investimenti fatti sul titolo in questione. Se gli istituzionali hanno grosse % di partecipazione significa che sanno del potenziale del titolo in questione. Un’analisi del settore dell’azienda può dare altre indicazioni a riguardo.
Il rovescio della medaglia può essere dato dal fatto che gli istituzionali possano spingere il prezzo artificialmente per poi rivendere il titolo ad una certa quota incassando un profitto. Il poco volume giornaliero ed il basso prezzo può rendere il titolo molto volatile. Ma se il titolo ha grosse potenzialità in termini di crescita, vendite e performance il rischio si dovrebbe abbassare. Possono essere utili gli indicatori di volatilità ed il coefficiente Beta.
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