SCREENER TECNICO

 

PERFORMANCE 1 E 2 (ROC-RATE OF CHANGE):

MISURA LA % PERFORMANCE O VARIAZIONE DI PREZZO.

Misura il tasso di ritorno di un dato titolo.

La % minima di variazione di prezzo, in rialzo o ribasso, giornaliera, settimanale, trimestrale, semestrale, annuale o Year To Date (dall’inizio dell’anno alla data odierna). Ci sono 2 opzioni disponibili.

Se voglio un titolo che è cresciuto almeno o più del 100% nell’ultimo anno ed almeno del 25% nell’ultimo trimestre o del 10% nell’ultimo mese indico i 2 parametri.

Alta performance positiva significa ovviamente che c’è stato un forte trend a rialzo di prezzo.

Alta performance negativa significa il contrario.

Basse performance a rialzo o ribasso significano trading range. Quindi che il prezzo è stangato in un certo range di prezzi. Quindi è in fase di accumulazione o distribuzione e quindi può servire per monitorare titoli in attesa di una qualche esplosione di prezzo a rialzo o ribasso.

 

PER CALCOLARE IL ROC o % DI VARIAZIONE DI PREZZO:

% var.= 100/dato iniziale * (dato finale-dato iniziale)

Calcolo livello di prezzo da una data %:

Esempio 245$-5%= dato inziale – (Dato iniziale/100*n%)=245$-(245/100*5)=232.75$

 

VOLATILITY: VOLATILITA’ (MISURA DI INCERTEZZA E STABILITA’ DEL PREZZO)

E’ una misura statistica della dispersione dei ritorni per un dato titolo, rappresenta la media del range (massimo-minimo) giornaliero, nell’ultima settimana o mese.

Più alta è la volatilità, maggiore è l’escursione tra massimi e minimi giornalieri, maggiori sono le fluttuazioni del titolo. Significa alto tasso di incertezza ed instabilità giornaliero. Più alto è il tasso di volatilità, più rischioso è il titolo.

In altre parole, la volatilità di riferisce alla quantità di incertezza o rischio riferito alla grandezza di cambiamento del valore di un titolo.

Un alta volatilità significa che il valore di un titolo può potenzialmente espandersi in un grosso range di valori. Ciò significa che il prezzo del titolo può cambiare drammaticamente nel breve periodo di tempo in ogni direzione.

Una bassa volatilità significa che il titolo non fluttua drammaticamente, ma cambia in valore a passo stabile in un dato periodo di tempo.

Se accoppiata con la % di performance, può selezionare titoli che hanno avuto un’esplosione di trend con grandi range di prezzo.

 

RSI14 (CLOSE) : RELATIVE STRENGHT INDEX di WILDER.

E’ un oscillatore tecnico del prezzo che misura la forza e velocità di variazione del prezzo, che cerca di individuare se il titolo è in fase di ipercomprato o ipervenduto. Il livello teorico di ipercomprato è 70, quello di ipervenduto è 30.

Se è uguale o superiore a 70, significa che il prezzo ha avuto una forte accelerazione dei prezzi nell’ultimo periodo e quindi teoricamente può potenzialmente essere soggetto ad un arresto (pausa e trading range momentaneo), un pullback fisiologico (take profit di posizioni aperte in acquisto) od un inversione totale di tendenza.

Se è uguale od inferiore a 30 significa che ha avuto una forte accelerazione a ribasso nell’ultimo periodo e quindi teoricamente può potenzialmente essere soggetto ad un arresto (pausa e trading range momentaneo), un rally fisiologico (take profit di posizioni aperte in vendita)od un inversione totale di tendenza.

Può essere utilizzato con le medie mobili (una media mobile lunga sopra o sotto una media mobile breve per determinare il trend e RSI in ipercomprato o vednuto per determinare la fase in pull back o rally), per cercare titoli da acquistare in pull back o rally.

Oppure semplicemente in titoli in forte rialzo o ribasso momentaneo.

 

GAP:  SALTO/DIVARIO DI PREZZO (forza di movimento)

La % di distanza tra il massimo/minimo del giorno precedente e l’apertura del giorno odierno. Tale spazio non viene coperto durante il giorno. Sono chiamati UPSIDE GAPS e DOWNSIDE GAPS e indica forza/debolezza di un titolo, se accostata ai volumi.

Grandi gap con grandi volumi relativi della giornata sono un ottimo indice di forza.

In FINVIZ, viene considerato la distanza tra chiusura del giorno precedente e l’apertura del giorno corrente.

Una rottura tra i prezzi in un grafico avviene quando il prezzo di un titolo ha un netto movimento sopra o sotto con nessuna compravendita nel mezzo. I gaps, possono essere creati da diversi fattori come forte pressione di acquisto o vendita, annunci ufficiali dei redditi/guadagni di un titolo, un cambio di prospettiva da parte degli analisti o qualsiasi altro tipo di notizia rilasciata.

In Analisi Tecnica, un Gap è un salto nella curva dei prezzi, si ha quando non si sono registrati scambi in determinate zone di prezzo. I Gap possono essere individuati a posteriori attraverso grafici a barre o candlestick. I grafici lineari non consentono di individuare i Gap in quanto non riportano i valori di apertura, chiusura, massimo e minimo relativo ai singoli giorni di contrattazione.

I gaps avvengono soprattutto nei mercati regolamentati non continui, a differenza del forex che è aperto 24 ore su 24.

Uno dei luoghi comuni relattivi ai gaps dice che essi devono sempre essere chiusi. In realtà ciò avviene solo delle volte, in quanto alcuni gaps sono importanti ed altri no.

 

Esistono 3 tipi di gaps:

 

Breakaway gap:

si manifesta al completamento di importanti formazioni ed in genere segnala l’inizio di un significativo movimento di mercato. Solitamente si formano in seguito alla conclusione di importanti figure basali di congestione, o a completamento di figure reversal come il doppio massimo/minimo o il testa e spalle ed avviene a seguito della rottura della neckline. Oppure dopo la violazione di una trendline. Da un forte segnale reversal e di forza invertita del mercato e sono accompagnati in genere da forte volumi. In genere non vengono chiusi o possono chiudersi parzialmente. Più è alto il volume, meno probabilità c’è che venga chiuso il gap.

Fungono solitamente da area di supporto per le successive correzioni di mercato.

E’ importante che in un trend i prezzi non cadano al di sotto del gap (che fa da supporto) in quanto indice di forte debolezza.

Questi gaps si possono individuare e filtrare cercando titoli con basse % di performance nell’ultimo periodo ed una data % di gap giornaliera a rialzo/ribasso accostate ad un forte volume. Possono essere accostate le medie mobili per filtrare o che il prezzo faccia un nuovo massimo/minimo negli ultimi 20 o 50 giorni.

 

Runaway gap (o measuring gap)

SI viene a formare dopo che un certo movimento è già in atto, solitamente a metà formazione, ed inverte una situazione di volumi moderati nell’ultimo periodo. In un uptrend sono segnali di mercato molto forte, in un down trend di mercati molto deboli.

Anche in questo caso, essi fungono da supporti/resistenze per le successive correzioni del mercato e un’eventuale caduta al di sotto/sopra del gap controtendenza è indice di forte indebolimento. Si può avere un’idea della lunghezza del trend in corso in quanto questo tipo gi gap avviene all’incirca a metà strada.

 

Exhaustion gap.

Si verifica alla fine di un movimento  del mercato, dopo che gli altri due gap sono stati formati. Vicino alla fine di un uptrend, i prezzi tendono ad accelerare con un ultimo guizzo, che forma un gap. Tuttavia il forte balzo tende ad esaurirsi e i prezzi correggono per un paio di giorni o poco più chiudendo l’ultimo gap. Questo è un forte segno di indebolimento e prelude ad una inversione di tendenza. Talvolta si forma un Island reversal (una congestione di prezzo con la formazione di un successivo gap a ribasso) che determina l’avvenuta inversione.

 

20-DAY SIMPLE MOVING AVERAGE: MEDIA MOBILE A 20 PERIODI (EMA 20)

E’ il più semplice ed efficace indicatore di trend. E’ una trendline mobile di breve periodo o mensile. Più il prezzo è al di sopra della media mobile, più il trend di breve periodo è forte.

Viceversa, più è al di sotto, più il titolo è debole ed in forte down trend. Si può filtrare anche l’incrocio del prezzo con la media mobile, a rialzo o a ribasso. E’ utile per determinare se il prezzo sta rimbalzando a seguito eventuali correzioni del prezzo (pull back o rally).

 

50-DAY SIMPLE MOVING AVERAGE: MEDIA MOBILE A 50 PERIODI (EMA 50)

E’ la media mobile di medio periodo. Rappresenta il prezzo medio di due mesi e mezzo. Valgono le stesse considerazioni della precedente. Può essere utilizzata assieme alla media mobile a 20 periodi. Se la media mobile a 20 è maggiore di quella a 50, significa che il trend a medio termine è in uptrend. Il contrario per un down trend.

L’incrocio delle medie mobili determinano un potenziale cambiamento di trend. Le medie mobili tendono ad incrociarsi più volte in fase di congestione. FINVIZ, seleziona titoli in cui è avvenuto l’incrocio negli ultimi giorni. Un incrocio molto indicativo è quello tra la ema 20 e la ema 200.

 

200-DAY SIMPLE MOVING AVERAGE: MEDIA MOBILE A 200 PERIODI (EMA 200)

E’ la media mobile di lungo periodo. E’ la spartiacque tra un mercato toro (in rialzo) ed un mercato orso (ribasso), ed è la media mobile seguita dagli istituzionali per determinare la tendenza di lungo periodo di un titolo.

Valgono gli stessi concetti delle precedenti. Se si vuole cercare titoli in un preciso uptrend a breve, medio e lungo periodo, si cercheranno titoli con la media mobile 20> di media mobile 50 > di media mobile 200.

Oppure, la distanza dei prezzi dalle varie medie mobili, es: 10% sopra EMA 20, 50% sopra EMA50, 100 % sopra EMA 200.

Più è alta la % di distanza, più è forte il trend a rialzo o ribasso.

Le medie mobili sono molto utili se utilizzate con l’RSI.

 

CHANGE:  TASSO % DI VARIAZIONE DI PREZZO GIORNALIERO.

E’ la % di cambiamento di prezzo, dalla chiusura del giorno precedente fino all’ultimo prezzo disponibile (chiusura giorno corrente).

Indica improvvise variazioni di prezzo, inclusi piccoli o grossi gap.

Maggiore è la % di cambiamento, maggiore è il divario e la forza del movimento.

Un forte volume ovviamente da molto più peso al movimento.

 

CHANGE FROM OPEN: % VARIAZIONE PREZZO DA APERTURA.

E’ La % di cambiamento di prezzo, dall’apertura alla chiusura della corrente sessione di mercato. Individua candele più o meno ampie di trend in base alla % di cambiamento, quindi l’intensità di updays o downdays. Indica la % di volatilità in un dato giorno.

Maggiore è la % di cambiamento, maggiore è il divario e la forza del movimento.

Un forte volume ovviamente da molto più peso al movimento.

 

20 DAY HIGH-LOW: NUOVI MASSIMI o MINIMI ULTIMI 20 GIORNI

Rappresenta i massimi o minimi degli ultimi 20 giorni, quindi mensili.

Si possono identificare i titoli che hanno fatto un nuovo massimo o minimo mensile, o che sono al di sotto dei massimi o al di sopra dei minimi mensili di una certa % o più.

E’ sempre relativo al trend di breve periodo.

E’ utile per filtrare e monitorare quei titoli che sono ad esempio tra 0-3% o 0-5% o 0-10% di distanza dal nuovo massimo mensile.

 

50 DAY HIGH-LOW: NUOVI MASSIMI o MINIMI ULTIMI 50 GIORNI

Rappresenta i massimi o minimi degli ultimi 50 giorni, quindi a 2 mesi e mezzo.

Si possono identificare i titoli che hanno fatto un nuovo massimo o minimo di medio periodo, o che sono al di sotto dei massimi o al di sopra dei minimi mensili di una certa % o più.

E’ sempre relativo al trend di medio periodo.

E’ utile per filtrare e monitorare quei titoli che sono ad esempio tra 0-3% o 0-5% o 0-10% di distanza dal nuovo massimo mensile.

Oppure che sono sopra una certa % dal minimo di 50 giorni ed sotto una certa % dal massimo mensile.

 

52 WEEK HIGH-LOW: NUOVI MASSIMI o MINIMI 52 SETTIMANE (1 ANNO).

E’ uno degli indicatori di prezzo più importanti. Le 52 settimane (250 giorni) sono considerate le settimane che compongono un anno di trading.

E’ stato provato da molti studi statistici che quando un titolo raggiunge il massimo assoluto delle 52 precedenti settimane, è molto probabile che il suo prezzo continui a salire, perché è un importante indice di forza del titolo.

Darvas, o’ Neill, e moltissimi traders di successo di oggi, utilizzano ancora questo indicatore.

Ovviamente il filtro di questo indicatore è ottimo per selezionare titoli in forte trend rialzo e a ribasso. Effettivamente anche in un bull market, non sono molti i titoli che possono vantare settimanalmente un new week high.

Si possono anche cercare titoli che sono ad una certa distanza dal nuovo massimo weekly e ad una certa distanza dai minimi mensili o di 50 giorni.

 

PATTERNS: FORMAZIONI GRAFICHE DI PREZZO

Un Pattern grafico è una formazione distinta su di un grafico che può creare un segnale di trading o cercare di anticipare un futuro movimento dei prezzi. I traders e gli analisti tecnici utilizzano questi patterns per identificare i trend correnti ed i trend reversals e per determinare il timing di entrata od uscita in e da una posizione.

FINVIZ seleziona i titoli in base alla presenza di figure nei propri grafici formatesi nei giorni precedenti, quindi le figure possono anche essere già completate o perforate:

Essi sono:

Horizontal S/R (supporti/resistenze orizzontali)

Horizontal S/R strong (supporti/resistenze orizzontali forti)

T/L resistance (TrendLine di resistenza)

T/L support (TrendLine di supporto)

T/L support strong (TrendLine di supporto forti)

Wedge up (cuneo rialzista)

Wedge up (cuneo rialzista forte)

Wedge down (cuneo ribassista)

Wedge down (cuneo ribassista forte)

Triangle ascending (triangolo ascendente)

Triangle ascending strong (triangolo ascendente forte)

Triangle descending (riangolo ascendente)

Triangle descending strong (triangolo ascendente forte)

Wedge (triangolo simmetrico)

Wedge strong (triangolo simmetrico forte)

Channel up (canale rialzista)

Channel up strong (canale rialzista forte)

Channel down (canale ribassista)

Channel down strong (canale ribassista forte)

Channel (canale orizzontale o trading range)

Double top (doppio massimo)

Double bottom (doppio minimo)

Multiple top (multiplo massimo)

Multiple minimun (multiplo minimo)

Head and shoulders (testa e spalle)

Head and shoulders reverse (testa e spalle rovesciato)

Utilissimo per identificare titoli in determinate condizioni e per individuare il timing di entrata! Ad esempio, per identificare titoli che stanno per invertire il prezzo in base a determinate patterns, oppure che rompono o hanno rotto una forte resistenza o perforato un supporto e che escono da un periodo di congestione.

Sono anche utili una volta che hanno rotto un supporto/resistenza e si attende un pull back /rally per acquistare/vendere il titolo.

 

CANDLESTICK: CANDELE GIAPPONESI

Non molto utile in quanto i pattern di selezione non sono che una parte e non determinante per la scelta di un titolo. Ad esempio mancano formazioni come l’Engulfing pattern o le inside, che sono molto utili.

Sono tutte basate sulle code o shadows.

 

BETA: INDICATORE DI VOLATILITÀ COMPARATO AL MERCATO: LIVELLO DI RISCHIO

L’indicatore beta misura la volatilità di un titolo relativo al mercato in generale. Un titolo con un Beta di 0 significa che il suo prezzo non è correlato affatto con il mercato. Un Beta positivo significa che il titolo generalmente segue il mercato.

Un beta negativo mostra che il titolo segue inversamente il mercato, quindi decresce al crescere del mercato.

Il coefficiente beta misura il rischio sistemico di un singolo valore rispetto a quello che è il rischio implicito del mercato nel suo insieme.

Il coeficiente beta è calcolato su base statistica e misura l’attitudine storica di un titolo a variare in misura maggiore o minore dell’indice di riferimento.
Il coeficiente beta misura quindi la volatilità di un valore, cioè l'ampiezza delle oscillazioni del prezzo, rispetto al mercato nel suo complesso.

 

Il Coefficiente Beta utilizzato in Analisi Tecnica è un parametro che indica il comportamento di un titolo rispetto a un indice o a un paniere settoriale.

 

Se il Coefficiente Beta è maggiore di 1, allora il titolo in questione ha la capacità di amplificare i movimenti del mercato: potrà crescere più di quanto cresce il mercato o il paniere di riferimento, o calare di più. Se il Coefficiente Beta è minore di 1, allora il titolo potrà registrare variazioni inferiori a quelle dell'indice o del paniere di riferimento, sia in fase di crescita delle quotazioni che in fase di declino.

 

In pratica:
Beta inferiore ad 1 = rischio del singolo valore inferiore a quello del mercato:
un coefficiente 0.8 indica una volatilità del 20% inferiore a quella del mercato.
Beta uguale ad 1 = rischio del singolo valore uguale a quello del mercato:
un coefficiente1 indica una volatilità uguale a quella del mercato.
Beta superiore ad 1 = rischio del singolo valore superiore a quello del mercato:
un coefficiente1,2 indica una volatilità del 20% superiore a quella del mercato.

 

IMPORTANTE : E’ un indicatore di volatilità, quindi di variazione dei prezzi. Non è un indicatore che paragona l’ andamento o performance di prezzo (ritorno) rispetto al S&P come la forza relativa (non l’RSI), ma solo il tasso di variazione medio del prezzo rispetto all’indice. Quindi, più è alto il Beta, più si muove il titolo rispetto all’indice ed è più volatile.

 

ATR : AVERAGE TRUE RANGE

L'ATR (Average True Range) è un indicatore sviluppato da da John Welles Wilder jr. con lo scopo di misurare la volatilità dei prezzi.

Per costruire l'Average True Range è però prima necessario calcolare il TR (True Range), che è dato dal più grande in valore assoluto tra i seguenti range:

massimo di oggi e minimo di oggi

chiusura di ieri e massimo di oggi

chiusura di ieri e minimo di oggi

L'ATR è una media mobile semplice a 14 periodi del True Range.

L'ATR fornisce una misura proporzionale del trend in atto. Quindi, un aumento dell'Average True Range (e del True Range) segnala un aumento della volatilità dei prezzi, mentre una sua diminuzione segnala una diminuzione della volatilità dei prezzi.
Le inversioni di tendenza si sviluppano solitamente quando la volatilità è a livelli estremi (o molto alta o molto bassa) e dunque l'analisi dell'ATR è rivolta proprio alla ricerca dei massimi e dei minimi di volatilità per poi attendersi un'eventuale inversione dei prezzi.

Per sintetizzare un valore alto dell’indicatore indica un movimento più veloce dei prezzi cioè elevata volatilità, un valore basso indica bassa volatilità, fase laterale di trading range. Lo scopo del ATR è cogliere la reale volatilità di un mercato in un determinato periodo.

 



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