STRUMENTI OPERATIVI - PARTE 1

GLI ELEMENTI PRINCIPALI DEL TRADING


1 - IL CONTO DI TRADING

 

Quando apriamo un conto di trading online presso una società di brokeraggio, abbiamo accesso ad una piattaforma di trading che ci permette di operare nei mercati finanziari a nostro piacimento, solitamente in forex spot e CFD "contracts for difference".

Come già detto, i CFD sono contratti finanziari derivati che replicano un determinato sottostante, ad esempio indici, azioni, commodities, ETF, ETC e obbligazioni, oltre che al forex spot.

E' di questo tipo di contratti che parleremo d'ora in avanti.

Alla piattaforma è incluso un pannello di controllo dell’account tramite il quale si può verificare l’andamento del conto stesso.

A seconda della piattaforma di trading che utilizziamo, solitamente, le informazioni che ci vengono fornite dalla finestra conto sono principalmente:

- Saldo.

- Totale profitti /perdite = net balance.

- Equity.

- Controvalore a mercato.

- Margine impegnato.

- Margine disponibile.

- Rollover overnight.

 

Comprendere questi elementi è essenziale per la nostra operatività.

Analizziamoli uno ad uno e vediamo perchè sono importanti.


2 - SALDO, PROFITTI/PERDITE, EQUITY

 

Il saldo è l’ammontare del conto a transazioni concluse.

Profitti e perdite totali o net balance (utile netto) del nostro conto, sono la somma dei profitti/perdite dei singoli trades aperti che determinano l’ammontare dell’equity.

L’equity è l’ammontare del conto a transazioni aperte, quindi comprensivo dei profitti e delle perdite correnti in tempo reale.

L'equity difatti è soggetta a continui cambiamenti quando abbiamo aperto posizioni.

Il saldo e l’equity coincidono solo quando non abbiamo posizioni aperte, mentre possono differire completamente quando ne abbiamo.

Quando tradiamo, i nostri profitti/perdite vengono trasformati in real time nella valuta del nostro conto.

Cioè, se abbiamo aperto un trade su un CFD azionario USA, i profitti e le perdite sono logicamente in dollari USD.

I dollari vengono trasformati in euro se il nostro conto è in quella valuta.

Se abbiamo aperto un Forex trade sul cross AUD/NZD, i nostri profitti/perdite sono in dollari neozelandesi e quindi vengono trasformati in euro secondo il cambio EUR/NZD corrente.


3 - MARGINE E MARGIN CALL

 

Il margine è un deposito cauzionale che ci viene chiesto dal Broker con il quale abbiamo aperto il conto, per ogni negoziazione che apriamo.

Di fatto il Broker, offrendoci una leva finanziaria, ci presta i soldi per aprire una posizione in acquisto od in vendita su un determinato strumento finanziario, permettendoci di andare a mercato con un controvalore maggiore rispetto al capitale da noi impegnato.

A garanzia di ciò ci viene chiesto di mettere da parte una certa somma in % sul controvalore della transazione, che viene poi sbloccata alla chiusura dell'operazione.

Il margine impegnato è la somma totale dei singoli margini impegnati per ogni operazione aperta.

Il margine disponibile ci dice quanto margine possiamo ancora utilizzare per aprire altre posizioni.

Il margine totale viene sottratto dall'equity e quindi varia col variare dei profitti e delle perdite correnti.

Qualora avremo impegnato tutto il margine disponibile, non sarà più possibile aprire nessun altro trade.

Il livello di margine dipende dal tipo di mercato in cui operiamo ed è relativo alla leva finanziaria che ci offre il broker. Il broker infatti ci permette di tradare a “margine”, ossia di tradare una quantità molto più ampia rispetto al capitale effettivamente investito, prestandoci i soldi necessari per andare a mercato, e restituendoglieli quando chiudiamo la posizione.

Questo capitale prestato è detto “controvalore”.

Ogni strumento CFD o forex spot ha un requisito di margine di apertura o iniziale ed uno di mantenimento della posizione da ottemperare, cioè:

per aprire e mantenere una posizione, il nostro conto deve disporre di un certo ammontare minimo di fondi. In alcuni casi margine di apertura e di mantenimento coincidono, in altri casi il margine di mantenimento è inferiore.

Operare a margine permette di operare mediante un effetto “leva” grazie al quale possiamo comprare o vendere più quantità di uno strumento rispetto al capitale investito e di conseguenza aumentare esponenzialmente sia i profitti che le perdite e quindi di aumentare di parecchio la nostra esposizione sui mercati.

Un “margin call” o “chiamata di margine” avviene qualora la nostra equity sta per raggiungere l'ammontare necessario per sopportare i requisiti di margine.

Il margin call è quindi un avviso automatico fatto in anticipo dal nostro Broker che ci informa che dobbiamo versare il corrispettivo in denaro per mantenere le posizioni aperte (in questo caso del margine di mantenimento), altrimenti verranno chiuse forzatamente, in primo luogo, le operazioni in perdita per liberare spazio per il margine.

 

Un'altra eventualità che può accadere è una modifica dei requisiti di margine.

Accade che di tanto in tanto, i Brokers varino i margini in vista di straordinari eventi politici come referendum, elezioni politiche, importanti annunci economici ecc...in previsione di grande agitazione e di alta volatilità dei mercati.

Ciò accade saltuariamente e si viene sempre avvisati tramite mail.

Quindi, guardate bene queste variazioni prima di operare e soprattutto attenzione ai dati rilasciati ed alla loro rilevanza.

 

Nella tabella qui sopra ho cercato di rappresentare molto semplificatamente il funzionamento dei vari elementi di un conto trading online.

Ho rappresentato 5 operazioni, di cui 4 operazioni aperte contemporaneamente e la chiusura della prima operazione in modo da vedere come si "muovono" i parametri del conto.

Ho segnalato nelle varie operazioni:

 

1) il controvalore di mercato. E' il valore reale con cui andiamo a mercato negoziando un prodotto finanziario.

2) Margine richiesto per l'apertura ed il mantenimento della posizione.

E' calcolato in percentuale al controvalore e varia in base al sottostante negoziato. E' la somma che il broker "congela" dal nostro conto a garanzia per poter aprire una posizione.

3) Margine residuo. Ogni singolo margine per negoziazione viene scalato dall'Equity. Una volta che abbiamo aperto posizioni per l'intero ammontare dell'equity, non abbiamo più fondi disponibili e prima che ciò accada arriva un "margin call".

4) Saldo. Rimane sempre costante, tranne quando chiudiamo una posizione e viene aggiornato con il profitto o perdita dell'operazione chiusa.

5) Profitti e perdite, per ogni singola operazione, viene aggiornata in tempo reale in base alle oscillazioni delle quotazioni.

In questo caso, per semplicità le ho mantenute fisse.

6) Equity: saldo più profitti/perdite in tempo reale. La equity varia anch'essa col variare delle quotazioni.

 

L'ultima operazione è la chiusura della prima.

Se la prima operazione era di acquisto, la chiudiamo con una rivendita del prodotto finanziario (-5.000 €).

Viene "liberata" la somma di 500 € di garanzia, che viene aggiunta ora al margine disponibile.

Il saldo a questo punto è di 10.300 € perchè è stato aggiunto il profitto derivato dalla sola prima operazione chiusa (+300 €), mentre l'Equity è il saldo comprensivo dei profitti/perdite di tutte le operazioni ancora in essere.

Se chiudessimo tutte la altre operazioni in questo momento, il nostro saldo si aggiornerebbe a 10.275 € ed il margine disponibile sarebbe tutta la somma del conto di trading (saldo).


4 - LA LEVA FINANZIARIA

 

La leva finanziaria viene espressa tramite il rapporto tra la quantità messa a margine ed il controvalore a mercato.

Ad esempio leva 1 a 100, o 100 a 1, significa che posso comprare o vendere 100 quantità di un determinato strumento con 1 sola quantità “messa a margine”.

Il margine è espresso in % e si calcola dividendo per 100 la quantità comprata o venduta del rapporto di leva.

Per esempio: leva 1 a 100= 100/100=1% margine (con 1 € investito a margine posso acquistare un quantità di 100 € di controvalore a mercato);

leva 1 a 10 = 100/10 = 10% margine.

Ecco una tabella con le principali leve solitamente offerte ed il relativo margine richiesto:

Leva 1 a 2 = margine 50%

Leva 1 a 10 = margine 10%

Leva 1 a 20 = margine 5%

Leva 1 a 50 = margine 2%

Leva 1 a 100 = margine 1%

Leva 1 a 200 = margine 0.5%

Leva 1 a 400 = margine 0.25%

Leva 1 a 500 = margine 0.2%

Leva 1 a 1.000 = margine 0.1%

 

Il margine e la leva ci permettono di:

1) aprire poche posizioni di grandi quantità, oppure:

2) più intelligentemente di aprire molte più piccole posizioni in modo da diversificare e spalmare il nostro rischio su più strumenti.

 

Pensate che nel forex si può operare con una leva minima di 1 a 100 ed in alcuni casi si spinge fino ad 1 a 1.000!.

In quest’ultimo caso si può andare a mercato con un controvalore di 10.000 € con soli 10 € a margine e con 1.000.000 di € con 1.000 € a margine.

Come già ripetuto più volte bisogna fare molta attenzione alla leva, perché può rivelarsi un’arma a doppio taglio!

Scopriamo il perchè:

 

Con 1.000 $ e con una leva 1:200, posso andare a mercato con un controvalore di 200.000 $ (1.000 € x 200).

Posso decidere di utilizzare (stupidamente) tutta la leva disponibile in un’operazione per esempio sull’EUR/USD e quindi di entrare a mercato con 2 lotti (1 lotto equivale a 100.000$ a mercato come vedremo dopo), oppure:

posso utilizzare la leva su più operazioni, ad esempio utilizzando 20 minilotti (da 10.000 $ l'uno) per 20 operazioni diverse, diversificando il rischio su più strumenti.

Essenziale è quindi imparare a gestire il rischio ed ad attuare un adeguato dimensionamento delle posizioni in base al rischio per ogni singolo trade ed al livello di stop loss, come già visto in Fondamenti di trading-Parte II.

Oltre a questo, come già detto è importante decidere quanto rischiare in totale in base al nostro saldo od all'equity e di conseguenza decidere quanta leva utilizzare in totale.


5 - IL CONTO REALE ED IL CONTROVALORE VIRTUALE

 

Molti brokers cercano di "appetire" le persone non esperte di trading mediante pubblicità del tipo: “con 100 € puoi fare trading sul Forex con un valore di 50.000€!".

Certo è vero, ma poi gli stessi brokers sono tenuti a mettere sui loro siti internet scritte di “risk warning” come questa:

"E' possibile che le perdite eccedano il suo capitale. Le consigliamo di non operare con fondi che non può permettersi di perdere e di richiedere una consulenza se non ha piena conoscenza dei rischi."

 

Non potete pretendere di aprire un conto di 100 € ed andare a mercato con 50.000 € (quindi con 5 minilotti o 0.5 lots) utilizzando tutta la leva offerta (in questo caso leva 1:500) perché siete lontani solo 20 pips dal fallimento. Se entrate a mercato nella direzione sbagliata e nel momento sbagliato (alta volatilità del mercato), può bastare qualche minuto per essere completamente liquidati.

 

Perchè questo? Perchè è vero che entriamo a mercato con 50.000 €, ma non disponiamo realmente di tale somma, bensì di soli 100 €.

Dato che entrare a mercato utilizzando leva 1:500 comporta l'aumento in proporzione di profitti e perdite, il nostro microconto risulta non adeguato ad assorbire più perdite dei 20 pips sopracitati.

Ecco come guadagnano i Brokers che per la maggior parte delle volte fanno da controparte ai traders!

Ricordatevi quindi che, è il conto di trading reale che deve avere un margine adeguato a sostenere la nostra posizione nei mercati e non il controvalore virtuale gonfiato dalla leva finanziaria!

Ora, se invece di 100 € avete 1.000 €, avrete più margine perchè potrete sopportare più pips in caso di perdita! (in questo caso 200 pips).

Questo è un aspetto cruciale nel trading!

In seguito vedremo come calcolare il valore di Pips.


6 - DENOMINAZIONE E GRANDEZZA DEI CONTRATTI CFD E FOREX SPOT.

 

Ora prenderemo in analisi i contratti dei mercati di trading online più importanti e che ho già accennato nei precedenti paragrafi:

Forex spot e CFD di materie prime, indici e azioni.

La denominazione del sottostante, cioè il prodotto che negoziamo, dipende dalla natura dello strumento stesso e dalla sua unità di misura.

Per esempio, se operiamo nel Forex , compriamo una valuta ed allo stesso tempo ne vendiamo un'altra, e si tratta di commercio di denaro.

Se tradiamo una Commodity energetica come ad esempio il petrolio, commerciamo contratti la cui quotazione indica il costo del petrolio al barile in una data valuta, ad esempio Usd.

La quantità è quindi espressa in barili nel caso del petrolio.

Per l'oro, l'argento ed il platino il prezzo è all'oncia, quindi la quantità è espressa in once.

Il rame, il caffè, il cotone, il succo d'arancia e le carni sono espressi in libbre, il gas naturale in MMBtu (millioni di BTU = British Thermal Unit); il gasolio in galloni; mais, frumento e avena in bushel; lo zucchero in tonnellate ecc...

Il prezzo è espresso dalla valuta dal paese della borsa che lo quota.

Per quanto riguarda gli indici di borsa, le quotazioni sono espresse in punti e sono quotati anch'essi con prezzo nella valuta del paese di riferimento.

Stessa cosa vale per le azioni la cui denominazione del contratto nominale è appunto "azione" o "equity".

 

Le grandezze dei contratti di compravendita finanziaria è misurata in "lotti" e si basano sul controvalore a mercato reale dello strumento tradato.

 

Con 1 lotto (1 lot), indichiamo una quantità pari a 100.000 dello strumento, e quindi equivale a 100 K, dove 1 k equivale a 1.000.

1 minilotto (1 minilot), equivale a 10.000, cioè 10 K. (quindi 1/10 di lotto).

1 microlotto (1 microlot) equivale a 1.000, cioè 1 K. (quindi 1/100 di lotto).

Esistono anche i nanolotti, ma sono molto rari. Equivalgono difatti a 10, cioè 0,01 K! ideali appunto per microconti di 100 € e per farsi le ossa nel trading.

 

Queste denominazioni sono utilizzate prevalentemente nel Forex e nei CFD di Commodities e Indici.

Un Forex Broker potrebbe utilizzare come lotto minimo il minilotto, oppure il microlotto.

Ci sono anche brokers che utilizzano ad esempio 2,5 minilotti, o 5 microlotti minimi e così via.

 

Quindi, prima di aprire un conto accertatevi dei lotti minimi tradabili e comunque aprite sempre una demo per esplorare tutti gli aspetti tecnici.

Questa scelta deve essere fatta in base alla grandezza del vostro conto ed al vostro timeframe operativo di riferimento, poichè come abbiamo visto nella sezione "fondamenti del trading online", più è basso il timeframe operativo, più la grandezza delle posizioni è piccola in termini di pip e più può essere grande la dimensione del contratto.

Per contro, lavorare su timeframe a 4 ore o giornalieri necessita l'utilizzo di dimensioni del contratto più ristrette per adeguare le posizioni in termini di rischio.


7 - PIP E TICK, COSA SONO?

 

Il Pip è l'acronimo di Points In Percentage o Punti Percentuali e rappresenta il punto base di variazione minima di prezzo nel forex.

Per gli altri strumenti finanziari si utilizza anche il termine Tick.

Apparentemente possono sembrare la stessa cosa, cioè il più piccolo movimento di prezzo, ma non lo sono, poichè il pip rappresenta la più piccola unità di prezzo in termine assoluto, mentre il tick in termine relativo, rappresenta un dato sbalzo di prezzo.

Mi spiego meglio con un esempio:

se il prezzo di un'azione passa da 41,53 a 41,55, il tick è stato di 2 punti o 2 pips (vedi paragrafo 8 per come si calcolano i pip dei vari strumenti).

 

Nel Forex per la maggior parte dei cross, il PIP è rappresentato dal quarto decimale dopo la virgola, per esempio, quando un cross quota 1,2347, il 7 è 7 pips.

Per altri cross (es: JPY) è invece il secondo decimale dopo la virgola, quando quota per esempio 81,92.

Il modo più semplice è vedere come sono indicate le varie quotazioni, cioè con quante cifre dopo la virgola.

Alcuni brokers hanno introdotto nelle loro piattaforme (per quanto riguarda il Forex) anche il quinto ed il terzo decimale, in modo da poter quotare anche il decimo di pip.

 

Alcune piattaforme come la metatrader 5, permettono di visualizzare i TICKS degli strumenti finanziari sotto forma di grafico con prezzo BID e ASK, mentre altre non hanno questa funzionalità.

La differenza tra i due prezzi è lo Spread (vedi paragrafo 16).


8 - CONTRATTI E VALORE DEL PIP (POINTS IN PERCENTAGE).

 

Abbiamo detto che:

comprando 1 lotto, entriamo a mercato con 100.000 $,

con 1 minilotto entriamo a mercato con 10.000 $,

con un microlotto entriamo con 1.000 $.

Il valore del pip in termine di profitto o perdita, varia in base alla grandezza del lotto con cui siamo a mercato.

 

Ad esempio:

se siamo a mercato con 1 lotto, 100.000$, il valore del nostro pip sarà 10 $.

Se siamo a mercato con 10.000 $, 1 minilotto, varrà 1 $.

Se siamo a mercato con 1.000 $, 1 microlotto, varrà 0,1 $.

Di conseguenza se siamo a mercato con 4 minilotti, il valore del Pip è di 4$ e così via.

 

Se compriamo 150 azioni di un titolo al prezzo di 36€, significa che saremo a mercato con un controvalore di 5.400 € e quindi significa che abbiamo comprato o venduto 5,4 minilotti di quel titolo.

Sebbene non si usi questa nomenclatura nelle azioni, il principio rimane lo stesso.

Infatti per le azioni, si indica di solito il n° di azioni minimo comprabili, per esempio: 1, 5, 10 , 20, 50, ecc...quindi pacchetti di azioni con la denominazione di "contratti", poichè stiamo parlando di CFD azionari, quindi di Contratti Per Differenza.


9 - COME CALCOLARE I PIPS.

 

Abbiamo visto cosa è il Pip, dunque come facciamo ad attribuire un valore al pip? Ovvero, quando sentiamo la frase "oggi ho fatto 100 pips di profitto o di perdita", oppure, il range giornaliero di "eur/usd è stato di 86 pips", cosa significa? Come sono stati quantificati?

Ad una prima analisi può sembrare difficile ma non lo è.

La regola generale è quella di identificare come è quotato lo strumento nella vostra piattaforma (con quanti decimali è quotato) e calcolare la differenza di prezzo moltiplicandola in base al numero di decimali dopo la virgola.

 

Ecco un esempio:

voglio sapere quanta è la differenza tra due prezzi di EUR/USD in termini di pips, tra 1,3541 e 1,3324.

Bene, facciamo la differenza tra i due prezzi e la moltiplichiamo per 10.000 perchè il cross è quotato al decimillessimo:

1,3541-1,3324 = 0,0217 x10.000=217 pips.

Se fosse stato EUR/JPY, tra 121,14 e 119,34, notiamo che il cross è quotato con 2 cifre dopo la virgola e cioè al centesimo.

Quindi basta fare (121,14-119,34) x 100 = 180 pips.

 

La stessa operazione la faremo su qualsiasi altro strumento, per esempio per gli indici:

- FTSE mib: 18.543 -16.971 = 1.572 pips.

In questo caso non moltiplichiamo per niente perchè la nostra piattaforma non quota alcun decimale, vuol dire che il punto minimo è l'unità.

- DAX: (10421,23 - 10.015,78) x 100 = 40.545 pips.

In questo caso, l'indice è quotato al centesimo e quindi moltiplichiamo per 100.

 

Vediamo ora una commodity.

Gas naturale: (2,454 - 2,250) x 1.000 = 204 pips.

3 decimali dopo la virgola, quotazione al millesimo.

 

Un titolo:

Unicredit: (3,1034 -2,1493) x 10.000 = 9.541 pips.

Quotazione al decimillesimo.

Il procedimento è sempre lo stesso.

 

Ma perchè è importante calcolare i pips?

Perchè ci permette di calcolare e di confermare la Position Sizing o Dimensionamento della Posizione, quando impostiamo un ordine e per vedere a quanto ammonta lo spread dello strumento.

 

Vai alla prossima pagina e scopri come.



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